Montanini insieme ad Albanese nel cast del film “Grazie ragazzi” in uscita il 12 gennaio nelle sale: «Vesto i panni di un detenuto che fa un corso di teatro»

Montanini insieme ad Albanese nel cast del film “Grazie ragazzi” jn uscita il 12 gennaio nelle sale: «Faccio il detenuto»
Montanini insieme ad Albanese nel cast del film “Grazie ragazzi” jn uscita il 12 gennaio nelle sale: «Faccio il detenuto»
di Chiara Morini
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Venerdì 23 Dicembre 2022, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 17:36

FERMO - arà un gennaio cruciale per il comico fermano Giorgio Montanini: sta per riprendere il tour teatrale de “Lo spettacolo nuovo”, e il 12 gennaio uscirà “Grazie ragazzi”, film diretto da Riccardo Milani, con Antonio Albanese.

Montanini, cosa può dirci di questo film?
«Sono nel cast insieme ad Albanese, il cui personaggio fa un corso di teatro a un gruppo di detenuti. Io sono uno di loro, e girare è stato toccante, anche se non ero in carcere per davvero. Oltre ad Albanese nel cast ci sono Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Giacomo Ferrara, Andrea Lattanzi e Fabrizio Bentivoglio». 

Un’esperienza diversa dall’altro film “I predatori”?
«La storia de “I predatori” era focalizzata su una parabola discendente, in questo film con Albanese, invece, c’è un gruppo di disperati che ha una rivalsa. Si trovano, fanno questo corso, poi escono dal carcere per lo spettacolo. È tratto da una storia vera, successa in Svezia, e questi protagonisti passano dal sold out delle scene alla galera. Questa è una commedia drammatica, con tanti elementi per emozionarci». 

Le sue emozioni?
«Mi è piaciuto girare con questo regista, e anche con Antonio Albanese, lui è una persona straordinaria. Lo conoscevo da fan, per la sua attività di comico, e poi ora per due mesi e mezzo abbiamo girato questo film insieme! Due mesi e mezzo in cui mi ha dato serenità, tranquillità, lui è stato sempre se stesso, mettendoti a proprio agio, così come hanno fatto gli altri, in particolare Fabrizio Bentivoglio».

Non è stata però l’unica fatica cinematografica del 2022
«Nel 2023 usciranno anche “Mia” che ho girato con Edoardo Leo, e “Castelrotto”, diretto da Giorgio Colangeli.

C’è poi “Enea”, la nuova opera di Pietro Castellitto, con Riccardo Scamarcio. Per girarli ho dovuto fermare la tournée teatrale». 

Che sensazioni le lascia, in particolare, il film?
«Il prodotto finale è stupendo, un grande prodotto artistico. Il cinema ti dà molta disciplina e soprattutto sento che mi ha sdoganato artisticamente». 

Lei però resta sempre un comico?
«Io lo sono sempre, sono proprio un comico, ma finora al cinema ho fatto solo ruoli drammatici, un po’ come avviene negli Stati Uniti. In Italia il comico di solito fa film principalmente leggeri. Ma ripeto sono un comico, è la mia vita, una questione di identità».

A proposito di comico, quindi, perché il monologo si chiama “Lo spettacolo nuovo”?
«Avevo appena iniziato la tournée con questo spettacolo, e una persona che era la terza volta che lo vedeva in sette mesi mi chiedeva di continuo se era nuovo, o meno. Io rispondevo “è lo spettacolo nuovo”, e mi sono ispirato a questo». 

Montanini, quanto è nuovo? 
«Testi inediti rispetto al precedente, vado sempre controcorrente, parlo della guerra, del catcalling, di diritti civili, beneficenze e ong. Racconto di come l’uomo si allontana da sé stesso. Invece di fare così, dovrebbero essere tutti coerenti con sè stessi, con la propria parte spirituale, perché il cervello, vede, dovrebbe solo essere un segretario che traduce. Noi nel nostro profondo sappiamo quali sono le scelte giuste e quali sbagliate, e dobbiamo seguire la nostra bussola, dobbiamo orientarci in base a quello che sentiamo. Invece ci stiamo allontanando da noi stessi».

Un augurio? 
«Tanti auguri di buone feste a tutti i miei concittadini». 

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