Manuel Agnelli in concerto a Villa Vitali di Fermo: «C'è tanta voglia di rock, con me ho scelto e voluto i Little pieces of marmelade»

Manuel Agnelli in concerto a Villa Vitali di Fermo: «C'è tanta voglia di rock, con me ho scelto e voluto i Little pieces of marmelade»
Manuel Agnelli in concerto a Villa Vitali di Fermo: «C'è tanta voglia di rock, con me ho scelto e voluto i Little pieces of marmelade»
di Chiara Morini
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Venerdì 15 Luglio 2022, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 15:30

FERMO - Musica ed emozioni, questa sera, alle 21,15, a Villa Vitali di Fermo, dove arriverà Manuel Agnelli. Il concerto, tappa del tour estivo da solista del cantautore, fa parte della rassegna Villa in Vita festival, voluta da Comune e Amat (info: 3312767671). 
Manuel Agnelli, quali sono le prime sensazioni del tour appena iniziato? 
«Sono positive, direi quasi ottime. Finalmente ci siamo e posso suonare live, dove è vero che ci sono meno certezze, ed è difficile fare cose nuove. Ma il vivere delle novità è il sale di questo lavoro, e allora mi butto a capofitto in questo tour, accompagnato da una band nuova, riarrangiando qualcosa del vecchio. Per me questa è una novità, ed è anche bella. Una sfida inebriante che rimescola le carte e fa uscire dalla comfort zone». 

 
La band è in parte “made in Marche”, in parte no: naturale scegliere gli Lpom, la Antolini e Rossetti dei Negrita?
«Gli Lpom, Little pieces of marmelade, li ho scelti, li ho voluti. Pensi che li avevo “sotto il naso” e non me ne ero accorto. A X Factor abbiamo anche suonato insieme, loro hanno una grande energia sono “facili” da lavorarci insieme. Con Beatrice Antolini era tanto che volevamo lavorare insieme, ma non siamo riusciti finora, perché era impegnata con Vasco. Giacomo Rossetti dei Negrita mi piace dire che sia stato quasi un “collante” di tutti loro. Gli altri sono personaggi eclettici, e lui è stato utile ad unirli».
Cosa porterà sul palco? 
«Sicuramente gli ultimi singoli usciti, La profondità degli abissi, Proci e Signorina Mani Avanti. Ma ovviamente proporrò anche i successi degli Afterhours, brani che ho scritto io e quindi non saremo incoerenti. La sfida maggiore, però, è dargli una vita nuova, non mi piace farne una sorta di karaoke o cover. Ci stiamo riuscendo bene, la sensibilità è quella giusta, e ci sono nuovi arrangiamenti». 
Il pubblico fa richieste particolari?
«Le dirò che il pubblico è anche sorpreso che facciamo i brani degli Afterhours, ne è incuriosito e questo mi piace. Certo, i successi maggiori ci saranno, ma varierò gli elenchi. Non sono un juke boxe e sono contento di questo. Vedremo cosa farò». 
Il pubblico si infiamma? 
«C’è voglia di rock, la gente non vuole solo musica da intrattenimento».
A X Factor ha visto tanti talenti, c’è futuro per il rock italiano?
«Se per rock italiano intendiamo rock made in Italy direi proprio di sì. Talenti ce ne sono e molti. Se invece intendiamo il successo legato al mercato, invece, tarda. Però è sbagliato legare i numeri ai soldi. E devo dire anche che in Italia riesce difficile paragonare l’urban al rock». 
Conosce Fermo? 
«Non molto, lo confesso. Ma a Senigallia e Ancona, in passato, abbiamo fatto moltissime tappe, erano obbligate nei primi anni 2000. Ad Ancona poi ho dei grandi amici e nell’interno pure dei parenti. Capita spesso che io sia nel vostro territorio a titolo personale». 
Un saluto ai fermani e ai fan?
«Spero ci sia tanta curiosità per questa mia ripartenza da solista, in cui come ho detto propongo una nuova chiave di lettura anche degli Afterhours». 
A proposito degli Afterhours, torneranno in futuro? 
«Sì certo torneranno, ma non così presto, voglio portare questo percorso che ho intrapreso fino in fondo, devo fare questa esperienza fino alla fine».

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