Spazio per le arti nella centrale elettrica, a Fermignano l’edificio è stato mulino, cartiera e lanificio. Adesso produce energia e cultura

Uno spettacolo al ex lanificio Carotti di Fermignano
Uno spettacolo al ex lanificio Carotti di Fermignano
di Elisabetta Marsigli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 15 Settembre 2022, 06:30

È stato un mulino, una cartiera, un lanificio ed ora è centrale idroelettrica: l’Ex Lanificio Carotti di Fermignano è oggi anche un luogo di cultura che ha vissuto una storia straordinaria, in continua mutazione, ma sempre al servizio della città. La sua storia la racconta l’attuale responsabile l’imprenditore Giovanni Pagliardini che nel 2005 ha acquistato la centrale idroelettrica e si è appassionato agli avvenimenti che l’hanno attraversata nei secoli.

 
L’origine dei Montefeltro
La struttura, appartenuta ai Montefeltro, risale infatti al 1400 e fu data in gestione a tre cartari di Fabriano. Produsse carta per secoli, fin quando la scarsa manutenzione determinò una crisi e l’opificio fu venduto nel 1870. Nel 1914 la fabbrica passò nelle mani della famiglia Carotti che la trasformò in filanda da seta e lanificio, sfruttando l’energia idrica del Metauro che le passa sotto. Il lanificio arrivò, negli anni, a dare lavoro a quasi 300 persone. Durante la seconda guerra mondiale lo stabilimento, che lavorava anche per le forze armate, finì nel mirino dei tedeschi per essere minato e solo grazie al coraggio dei proprietari e di alcuni dei loro operai, i macchinari furono tempestivamente nascosti e ne fu evitata la distruzione. La fabbrica continuò a produrre a pieno ritmo, ma negli anni ’90, in seguito a particolari vicissitudini economiche, il lanificio è stato chiuso, con conseguente abbandono di tutte le strutture.


Le turbine di adesso
Dice Pagliardini: «Nel primo anno dopo l’acquisto ho passato tantissime ore col manutentore di allora del lanificio, che mi ha spiegato e raccontato tutto su quella centrale e quelle turbine.

Si tratta di 3 turbine di tipo Francis che risalgono al 1916, 1937 e 1946 e sviluppano complessivamente una potenza di 200kw. Quello che mi interessava era l’approccio etico: una centrale idroelettrica è una fonte totalmente rinnovabile ed ha una produzione costante nell’arco di 24 ore». 


Lo spettacolare edificio accarezzato dal fiume, che si appoggia alla possente torre, di fianco al ponte medievale, ha mantenuto un fascino particolare e, grazie a Pagliardini che organizza visite guidate (su prenotazione pagina Fb “Ex Cartiera”) anche per le scuole, rinasce ora come spazio che accoglie la cultura: «Ha superato la distruzione della nevicata del 2012 ed è riemerso dopo la pandemia e continuerà a farlo. Al suo interno, si respira un’energia intensa che attrae le persone, che, ritualmente, tornano a respirarne l’aria».

L’idea di Pagliardini è quella di rendere fruibile il più possibile questo edificio: «Sotto Traccia, grazie alla direzione artistica che ho affidato a Silvano Bacciardi, ne è un esempio. Siamo già in contatto con il comune di Pesaro per ospitare, ad ottobre, la quarta edizione di Surprize, la collettiva di studenti dell’Accademia di Urbino, in collaborazione con la Fondazione Centro Arti Visive Pescheria. Un percorso a cui tengo moltissimo, proprio per fare emergere, in un punto eccellente, le eccellenze del nostro territorio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA