La comicità tagliente di Pinuccio: «Con lo spettacolo “Tuttappost!” racconto l'Italia che si arrangia a scapito degli altri»

Pinuccio, al secolo Alessio Giannone
Pinuccio, al secolo Alessio Giannone
di Chiara Morini
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Mercoledì 27 Luglio 2022, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 07:45

FALERONE - La comicità tagliente di Pinuccio, al secolo Alessio Giannone, sarà protagonista domani sera, giovedì 28, alle ore 21,15, al teatro romano di Falerone. Il noto comico, inviato di Striscia la Notizia, porterà in scena il suo spettacolo “Tuttappost!”. 
Pinuccio, come mai questo titolo? 
«Tuttappost è quella parola che solitamente si usa quando le cose non vanno bene, ma si cerca comunque di rispondere all’italiana».

 
Porterà tutti i tratti distintivi dell’italianità?
«Certamente, solo i negativi però, i positivi li lascio agli altri. Intendo raccontare tutte quelle situazioni in cui ci si arrangia a discapito degli altri, un atteggiamento egoistico che non fa altro che far danni».
Può anticipare qualcosa dello spettacolo? 
«Innanzitutto, come preciso all’inizio, è tutto vero. Racconto situazioni che a volte sono pure paradossali, ma tutto vero e reale. E purtroppo a volte fanno pure ridere, ma raccontarle serve a spiegare come siamo fatti». 
Nasce dall’esperienza di Striscia la notizia? 
«Sì, certamente. Ma non sono servizi fatti per Striscia. Qui c’è sempre la vita e la realtà, ma dei piccoli centri di provincia. Sono proprio le province, i territori piccoli a fare l’Italia».
A proposito di piccoli centri, conosceva Falerone? 
«No Falerone no, ma nelle Marche sono venuto spesso per servizi per conto di Striscia, per questioni ambientali». 
Quindi non è tutto a posto? 
«No, non lo è! E perché credo che noi non cambieremo mai il nostro modo di essere». 
Quanto influisce il politically correct?
«Per me zero, io sono scorretto, sono rimasto indietro nel tempo. A come si era negli anni ‘80. Mi chiedo perché devo essere corretto se i politici non lo sono?». 
C’è stato qualche politico che si è lamentato?
«Sì, accade spesso. Tutto l’arco politico non è mai contento. E soprattutto non rispondono mai, restano in silenzio».
Da attore di teatro come è diventato Pinuccio? 
«È stato un passaggio semplice, ho creato un nome differente, un nome d’arte, che però è lo stesso tra web e tv. Inoltre il nome “Alessio” è troppo moderno per essere ricordato. Per me era meglio un nome più semplice, più “da bar”. Questa è una ragione, poi l’ho scelto in onore di Pino Daniele».
Come è arrivata Striscia la notizia?
«Con Striscia sono ormai sette stagioni. All’epoca stavo provando alcune cose e la trasmissione stava facendo dei casting. È nato tutto un po’ per caso, in quel periodo lavoravo sul web».
Continuerà anche in futuro sul web? 
«Non intendo proprio smettere, certo che continuerò per me è come uno sfogo». 
Nell’agenda di Pinuccio quali progetti ci sono?
«Sopravvivere alla campagna elettorale, poi vediamo cosa succede, tra guerra, elezioni, pandemia che non si sa se riprende o va via, c’è incertezza».
Perchè gli spettatori dovrebbero venire a vedere lo spettacolo?
«Sarà un’ora e mezza in cui si riderà, e in cui ci si renderà conto come siamo fatti tutti, per non fare finta di niente».

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