MONTEMAGGIORE - Una prima devastante esplosione che ha squassato il Paese, lo scenario di guerra di Capaci replicato dopo due mesi a Palermo e poi tragicamente rinnovato a Firenze, Milano e Roma. Così gli italiani hanno perso l’innocenza di non sapere quale cancro con la mafia allignasse nel Paese, quale livello di compromissione avesse raggiunto il rapporto tra politica e Cosa nostra, quale minaccia allo Stato portasse la criminalità organizzata. “A trent’anni dalle stragi del ‘92: teatro, musica e parole” è il titolo della rassegna che l’associazione LiberaMente di Colli al Metauro porta in scena per analizzare e riflettere su quegli eventi.
In scena i fatti di una verità ondivaga
Cinque spettacoli da stasera all’11 novembre allestiti nel teatro di Montemaggiore al Metauro per mantenere viva trent’anni dopo la coscienza sull’offensiva stragista di Cosa nostra, che passò dallo scontro militare con gli apparati dello Stato agli attentati terroristici prendendo di mira anche i luoghi della cultura e della fede: 21 furono le vittime di quella strategia, tra cui i magistrati Falcone e Borsellino e le loro scorte. È una singolare esperienza di teatro civile e partecipato, animata da attori e registi professionisti, quella che si sperimenta a Montemaggiore al Metauro per cercare di fissare sui fatti acclarati una verità processuale e politica sempre ondivaga. «La nostra idea - afferma il presidente di LiberaMente, Cristian Bellucci - è quella di cercare di stimolare la riflessione, di dare qualche informazione, di fare cultura attraverso le arti».
Si comincia stasera alle 21 con “Mafia Spa”, lo spettacolo scritto, sceneggiato e diretto da Giulia Bellucci e rappresentato dalla Scuola teatro studio, il corso teatrale tenuto dalla stessa Bellucci a Fossombrone.