Teo Mammuccari al Teatro Gentile
«Mi ha ispirato il genio di Benigni»

Teo Mammuccari
Teo Mammuccari
di Saverio Spadavecchia
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Venerdì 30 Novembre 2018, 15:11 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 17:35
FABRIANO - Arriva Teo Mammuccari nella città della carta. L’artista originario di Velletri si esibirà stasera alle 21 al Teatro Gentile. Fabriano ed il teatro saranno l’occasione per presentare anche nelle Marche il nuovo monologo “Più Bella Cosa Non C’è”. Verità e riflessioni personali di un uomo di spettacolo. Monologo scritto e sarà diretto proprio da Mammuccari. Biglietti in vendita a partire dagli 8 euro del loggione fino ai 20 della platea numerata e dei palchi del primo ordine.

Come sarà questo monologo? 
«Sarà uno spettacolo che parlerà del sottoscritto e di tutto quello che ho vissuto nei miei ultimi 15 anni di vita. Manco dal teatro da 15 anni, perché la televisione. mi ha per così dire rapito, e quindi è un modo per dire “Signori, eccomi di nuovo qua. Ripartiamo da qua”. Racconterò partendo dalla storia di come un uomo, ai tempi di 45 anni, quindi nel 2009, si innamori di una ragazza di 21 anni. Il racconto di una esperienza apparentemente pazza, ma che alla fine ha portato alla nascita di una figlia. Racconterò tutto con molto sarcasmo, sarà un monologo comico, come la sceneggiatura di un film. Ora la mia storia la racconto io». 

Come mai questa idea?
«Tempo fa vidi Roberto Benigni raccontare la tragedia di Auschwitz e dell’olocausto facendo divertire e riflettere il mondo. Ottenendo l’Oscar per “La vita è bella”. Un genio, ed ho pensato di poter raccontare anche io le “tragedie” che viviamo quotidianamente. Un modo per poterle esorcizzarle attraverso un testo divertente anche per chi l’ha vissuto in prima persona». 

Perché ha scelto di portare a teatro uno spettacolo del genere? 
«Dietro questo spettacolo ci sono una serie di esperienze che sono avvenute perché dovevamo imparare da loro. Mi sono accorto che dietro la mia esperienza è nata quella “cosa più bella” e che colma l’esistenza. Se mi dovessi chiedere, “Rifaresti tutto?” io risponderei assolutamente sì. Il monologo parla di questo, perché dietro c’è sempre qualcosa che doveva accadere perché dietro la sofferenza ed il dolore c’è la gioia e l’amore. Non sono solo limitato alla televisione, perché nonostante tutto il teatro mi permette di dire e tirare fuori quello che sento di dover raccontare al pubblico».
L’esperienza della paternità al centro di tutto? 
«È il frutto dell’albero che racconto, di quello che metaforicamente porto sul palco. Io racconto come noi persone ci ritroviamo in un contesto in cui ci facciamo delle domande ed invece dietro determinate esperienze c’è sempre qualcosa di importante. Ovviamente tutto raccontato in maniera comica, ma dietro c’è qualcos’altro. Anche perché la mia vita assomiglia quasi ad uno spettacolo teatrale. Infatti sono stato spinto dai miei amici a fare un passo del genere. Mi sono messo a scrivere ed è nato “Più bella cosa”. Un modo per dire che dietro a Mammuccari c’è anche Teo, venitemi a conoscere».

Perché Fabriano? 
«Ho voluto con forza la data di Fabriano, perché dopo la prima di Orvieto e quelle successive di Foligno e Latina cercherò di mettere ulteriormente a punto lo show. Mi manca la mia casa, mi mancava il teatro».
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