Eleonora Daniele. Sigfrido Ranucci, il giornalista di Report minacciato di morte dalla mafia, a Storie Italiane: «Adesso dico cosa è successo»

Eleonora Daniele. Sigfrido Ranucci, il giornalista di Report minacciato di morte dalla mafia, a Storie Italiane: «Adesso dico cosa è successo»
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Giovedì 7 Gennaio 2021, 14:35 - Ultimo aggiornamento: 14:36

ROMA - Hanno destato molto scalpore le dichiarazioni del giornalista di Rai3 Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, minacciato di morte dalla mafia in seguito alla pubblicazione, nel 2010, del suo libro ‘Il Patto’. Una vicenda della quale Sigfrido Ranucci ha parlato oggi in una lunga intervista rilasciata ad Eleonora Daniele a Storie Italiane, su Rai1.

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“Nel mio libro, scritto a quattro mani con il collega Nicola Biondo, si parlava di alcune famiglie mafiose, tra cui i Madonia.

Un giorno sono stato contattato da un pregiudicato che negli anni in cui è uscito il libro era in carcere. Mi ha riferito di aver sentito i Madonia dare ordine di uccidermi perché li avevo ‘inguaiati’, ha usato questo termine”. Ai microfoni di Storie Italiane Sigfrido Ranucci ha poi specificato: “L’intervista l’ho fatta nel 2015 ma i fatti risalivano a cinque anni prima. Tale pregiudicato mi ha detto che quell’ordine è stato poi stoppato, perciò non mi sono preoccupato più di tanto”.

Il conduttore di Report ha spiegato ad Eleonora Daniele anche il motivo per il quale ha deciso di rompere il silenzio e raccontare la vicenda a distanza di anni. “Essendo mio padre un uomo delle forze dell’ordine, ho fatto in modo che questa persona venisse messa in contatto con le autorità giudiziarie, convinto che avrebbe denunciato quanto era venuto a sapere. Ho scoperto solo qualche giorno fa, prima di andare in onda con Report, che non ha mai verbalizzato le sue dichiarazioni, perciò ho deciso di raccontare tutto lunedì sera”.

Il giornalista ha ammesso infine: “Non immaginavo che avrei suscitato simili reazioni con il mio libro ma, avendo studiato i comportamenti mafiosi, mi sono sentito tranquillo pensando che il pericolo fosse passato perché apparteneva ad un periodo ormai trascorso”

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