Ghezzi: «Un cofanetto con 78 brani
per ricordare il lavoro di De Andrè»

Dori Ghezzi
Dori Ghezzi
di Franco Gigante
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Venerdì 24 Novembre 2017, 09:28
MILANO – «Fabrizio non parlava mai di se nelle sue canzoni e neanche di me perché tendeva a falsare i suoi personaggi; mi disse che non mi cantava perché per lui dovevo essere così». Lo ha detto Dori Ghezzi alla presentazione del cofanetto rievocativo “Tu che m’ascolti insegnami” di Fabrizio De André, in uscita il 24 novembre. Questa raccolta del cantautore genovese ha la particolarità di contenere 78 brani per la prima volta rimasterizzati in alta definizione dai master originali di studio, con una biodiversità sonora che viene trasferita a chi l’ascolta.

«Ho abbracciato questo progetto per conservare il patrimonio di Fabrizio che va restituito al futuro con tecnologie innovative e senza tradire le idee originali – ha spiegato – Sono partita dal titolo che abbraccia tutte le tematiche, che era anche l’essenza di Fabrizio: diceva che bisogna saper ascoltare gli altri, e nell’ultimo suo disco è andato in tutta Italia con Ivano Fossati ad ascoltare la gente». Ognuno dei quattro cd, o dei vinili, è stato concepito per aree tematiche precise tentando di ottenere quattro concept album che raccontano le dimensioni emotive molto care a Fabrizio. «Ogni disco è di per se un album concettuale – ha rivelato – Il disco della spiritualità è anche quello del sogno, poi c’è quello di guerra e pace, di potere, di giustizia e di libertà; la donna cantata da Fabrizio è sotto forma di ritratto e di affresco ma anche di denuncia. Infine l’infanzia è raccontata insieme alla vita e oltre, cioè la morte. Ho fatto fare delle scelte anche grafiche, a partire dalla copertina che rappresenta un Fabrizio dall’infanzia, il bambino che ci guarda, affinché le foto comunicassero con la gente».

Significativa la scelta del titolo che è stato dato a questo progetto. «Esprime un’esigenza di dialogo, di ricerca di conoscenza e di apertura – ha osservato – Questo è sempre stato il modo di porsi di Fabrizio che l’ha sempre caratterizzato insieme alla sua opera. Mi commuovo ancora oggi a sentire la voce di Fabrizio». Fra i brani non mancano quelli più conosciuti come “La canzone di Marinella”, “Bocca di rosa”, “Il gorilla”, “Don Raffaé”, “Il pescatore”, ma anche quelli più nascosti come “Ho visto Nina volare”, “Hotel Supramonte”, “Via del campo” o “Canzone dell’amore perduto”. «Le sue canzoni Fabrizio le raccontava da fuori – ha rimarcato Morgan – I suoi personaggi li sviscera e si commuove ed è per questo che la gente vi si identifica. De André dice che tutti morimmo a stento, di una morte lenta, morire sì ma con calma, il metro usato da Dante: lui non suonava ma parlava, delle vere e proprie dediche alla platea».

Dori Ghezzi si è poi liberata di alcuni pesi. «Per me Fabrizio dal vivo è stato davvero sorprendente – ha confessato – Ha scritto 240 canzoni e qui ce ne sono 78. Ci saranno delle sorprese per i 20 anni dalla morte. Ha fatto ‘Tutti morimmo a stento’ in inglese ma a lui non piaceva e non è mai stato pubblicato e non uscirà mai per rispetto alla sua volontà». 

“Il principe libero” è il film su Fabrizio De André in uscita il prossimo anno, con Luca Marinelli che interpreta Fabrizio e in cui figurano anche Luigi Tenco e Paolo Villaggio. «Lo manderanno in onda in televisione a febbraio e nelle sale qualche giorno prima come un film a tutto tondo – ha accennato Dori Ghezzi – Il film racconta la vita di Fabrizio e abbraccia il periodo fino agli anni 80, sottolineando la famiglia cosa ha rappresentato per lui». 

Fabrizio De André è stato un maestro di vita per molti artisti. «Fabrizio è il padre della canzone italiana, la canzone leggera da 3 minuti, per come noi la ascoltiamo – ha sostenuto Morgan – Ha affrontato molti temi sempre diversi fra loro, fino a quello della morte, un poeta impegnato che non ascolti skippando di fretta perché la sua musica non è per il supermercato, per il sito web; i temi vanno direttamente al sodo e se parla dell’uomo arriva a parlare della morte: mi dà una ragione di stare al mondo, di vivere». Per i grandi estimatori di Fabrizio De André è anche disponibile in edizione limitata un box di 8 vinili da 180 grammi.
 
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