L'irriverente Vergassola intervista Chiara Tagliaferri: «Quando il gioco si fa duro, i duri restano gentili»

L'irriverente Vergassola intervista Chiara Tagliaferri: «Quando il gioco si fa duro, i duri restano gentili»
L'irriverente Vergassola intervista Chiara Tagliaferri: «Quando il gioco si fa duro, i duri restano gentili»
di Chiara Morini
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Domenica 11 Dicembre 2022, 07:35

“Quando il gioco si fa duro, i duri restano gentili”: alle 18 di oggi, al teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio, Dario Vergassola intervisterà Chiara Tagliaferri per il secondo appuntamento della rassegna Parlare Futuro.

L’appuntamento


«La rassegna – spiega la direttrice artistica Oriana Salvucci – si interroga anche quest’anno sul futuro e sui dubbi che esso pone. Con il filo conduttore “Panopticon”, si vuole fare una riflessione itinerante sulla libertà e sulla possibilità di sottrarsi dalle maglie del potere». E l’appuntamento di oggi promette divertimento con l’umorista Vergassola. «Quello che faremo – dice – è un’intervista spettacolo, che ho fatto già in altre occasioni. Un format, quasi un “giochino” che si fa per rendere meno noiose le presentazioni». E secondo la sua esperienza, funziona bene e diverte. «Con tutti – precisa Vergassola – possono essere sportivi o politici, uomini della cultura, e mi sono capitati anche ministri». Oggi sarà il turno di Chiara Tagliaferri, autrice insieme a Michela Murgia di “Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe” (2019) e “Morgana. L’uomo ricco sono io” (2021), e moglie di Nicola Lagioia. «Dipende da come mi risponderà – dice – e dato che sarò lì ci metterò ovviamente del mio. Da bravo intervistatore sarò un po’ “sfregatore”, lo faccio in un festival alle mie Cinque terre.

Sarò un po’ diverso dal solito, “un po’ fetente”, dicendo tante cose».


Le origini


Non dovrebbero mancare riferimenti alle Marche che tornano a ospitarlo oggi, e che gli hanno dato delle grandi soddisfazioni. «Ho fatto molto dalle vostre parti – ricorda – tante serate, avete tante bellezze, piccoli teatri, grande movimento e fermento culturale, cabarettistico, teatrale anche con l’Amat. Le Marche sono terra di Neri Marcorè e nonostante le difficoltà, siete molto ben curati. Mi ricordate la Liguria». Ama proprio le Marche, e ricorda che vi ha fatto una delle sue prime serate cabarettistiche. «La voglia di reagire c’è – dice – lo si vede nel post terremoto, e se penso alle Marche ricordo in particolare Cingoli, il “balcone delle Marche” o “d’Italia”. Avete delle splendide colline, una terra davvero ricca». Le sue zone, alle quali ha dedicato anche dei racconti.

«Volevo – ricorda - raccontare la mia terra attraverso una narrazione diversa dal solito; ho immaginato cinque quadretti abitati da personaggi fantastici che potessero diventare promotori del territorio e simpatici portavoce dei problemi ambientali che affliggono il nostro pianeta». I suoi luoghi di origine, che ha amato sin da quando faceva l’operaio e veniva ancora nelle Marche dove, aggiunge, «ci sono degli splendidi outlet per noi liguri che amiamo spendere poco». 

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