Baia, sorpresa al Parco archeologico: scoperti i mosaici a colori che rivestivano le Terme di Mercurio

Baia, grappoli d'uva e fiori: scoperti i mosaici a colori che rivestivano le Terme di Mercurio
Baia, grappoli d'uva e fiori: scoperti i mosaici a colori che rivestivano le Terme di Mercurio
di Laura Larcan
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Lunedì 21 Giugno 2021, 15:40 - Ultimo aggiornamento: 22:21

C'è voluto tutto un lavoro paziente e certosino per rimuovere un fitto strato di sali che rivestiva completamente le murature millenarie. E la sorpresa. Vaste porzioni di mosaici, composti di tessere variopinte, dai colori vivaci e brillanti, in pasta vitrea. Dall'azzurro (e tutte le nuance del verde acqua) fino ai rossi, gialli, verdi, coreografie policrome per composse tralciu di viti, grappoli d'uva, decorazioni floreali e di frutta, raffinatissime composizioni figurate.  Non sui pavimenti, si badi bene. Ma sulle volte titaniche, sulle cupole ardite delle aule che animano il complesso delle Terme di Mercurio. È solo l'ultima scoperta che arriva dal Parco archeologico delle Terme di Baia, ossia da quel grande complesso curativo dell'antichità, lodato dagli autori antichi per le eccelse qualità di acque e vapori caldi frutto del vulcanesimo dei Campi Flegrei. Un gioiello della Campania.

Il restauro

Il ritrovamento è emerso durante l'intervento di restauro portato avanti dall'équipe del parco. Occhi all'insù, il cantiere delle meraviglie è allestito all'ombra della ciclopica cupola ad ombrello di una delle sale più ricercate delle Terme di Mercurio, a pianta ottagonale dove sta ritornando a vista il tesoro dei mosaici:  «Non sui pavimenti, mai individuati a causa dello sprofondamento dei livelli inferiori a causa del bradisismo, ma tra le pareti e i soffitti di numerosi vani - racconta Enrico Gallocchio, archeologo responsabile del sito - Si tratta di eleganti cespi d'acanto, o raffinati intrecci vegetali con frutti, o ancora composizioni geometriche rese per lo più con variopinte tessere colorate in pasta vitrea».

 

Il fico a testa in giù

Sorpresa nella sorpresa: «Le ultime porzioni individuate - continua Enrico Gallocchio - fanno parte di una stanza già famosa per altri motivi: un fico, cresciuto a testa in già, aggrappandosi ad alcune fratture dell'ampia volte a botte.

Proprio indagando su questo albero singolare, grazie anche al contributo di una equipe dell' ISPRA, guidata da Daniele Spizzichino, sono iniziate le prime indagini non invasive, a cui in seguito si è proceduto con alcune verifiche grazie ai restauratori del Parco archeologico dei Campi Flegrei».

Come è avvenuta la scoperta? «La semplice rimozione dei sali che erano emersi dalle murature - annuncia Gallocchio - ha portato ad ammirare alcuni metri quadri di un raffinato intreccio apparentemente di tralci di vite, con ipotizziamo anche alcuni grappoli d'uva. L'intera volta doveva essere caratterizzata da questo sinuoso movimento con una cui ricchezza di dettagli e sfumature con pochi uguali nei contesti noti. Il lavoro è certamente in una fase iniziale ma il Parco si è già attivato per individuare una strategia per renderli visibili alle visite, attraverso un attento lavoro di restauro e consolidamento delle delicate tessere».

Qual è la storia di questo sito? «Le Terme di Mercurio - racconta Enrico Gallocchio - sono un grande complesso termale all'interno del Parco archeologico delle Terme di Baia. Tutto il centro antico nasce intorno a questa risorsa naturale con il nome di "acquae cumanae" ossia come periferia di della prima colonia su terraferma della Magna Grecia, ossia Cuma. Prima sono le ville di grandi senatori a installarsi all'interno dell'antico cratere, sfruttando con piccoli impianti privati i vari punti di emersione. Poi sono proprio le Terme di Mercurio ad inaugurare la grande stagione di maestosi impianti a disposizione di un grande pubblico».

130 anni prima del Pantheon

Basti solo considerare che una maestosa cupola di oltre 20 metri di diametro, ancora oggi perfettamente conservata, viene costruita 130 anni prima del Pantheon, a ridosso della sorgente calda, all'interno del peristilio di una precedente villa costruita su numerose terrazze che risalivano l'antico cratere vulcanico. «E' il segno che i tempi sono cambiati - riflette Enrico Gallocchio - e che la risorsa termale può diventare un business enorme per il piccolo centro inserito tra due metropoli, come Cuma e Pozzuoli, tra le più sviluppate economicamente nell'intero Mediterraneo, con i loro porti in comunicazione soprattutto con l'Oriente. Da qui si attiva la grande storia delle Terme di Mercurio, che si svilupperà per secoli, visto che troviamo testimonianze di utilizzo anche per il periodo medievale, con il nome di Balneum Episcopi. Se l'origine, come detto, è l'età augustea, lo sviluppo decorativo che oggi si può ammirare è tradizionalmente datato in età adrianea».

La valorizzazione

Si potranno vedere questi mosaici? «L'obiettivo si inserisce nella strategia di riaperture di piccoli ma straordinari settori come quello le Terme sotterranee, che ai primi di luglio saranno aperte ai visitatori per la prima volta insieme ad altre cavità e cisterne, all'interno di un percorso guidato da esperti speleologi dell'associazione COCCEIUS».

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