È l’ora del peeling, l’esperta: «Leviga la pelle, schiarisce le macchie e corregge alcune imperfezioni come quelle legate all’acne»

Una ragazza che controlla i risultati del peeling sulla pelle del volto
Una ragazza che controlla i risultati del peeling sulla pelle del volto
di Federica Buroni
3 Minuti di Lettura
Giovedì 24 Marzo 2022, 12:25

ANCONA - Arriva la primavera ed è tempo di peeling per pulire, levigare e ringiovanire la pelle. Quelli chimici sono tra i più richiesti ma bisogna affidarsi a mani esperte. La premessa: il termine peeling, in inglese, significa sbucciare, rimuovere. A seconda dell’entità di pulizia della cute, si classificano in superficiali, di media profondità o profondi. «I peeling chimici rivestono un ruolo molto importante perché aiutano a correggere imperfezioni dell’epidermide», fa sapere Patrizia Sacchi, medico estetico tra i più rinomati delle Marche.

Il motivo? «Levigano la pelle, schiariscono le macchie e correggono alcune imperfezioni come quelle legate all’acne».


I vari tipi
All’esperto, allora, il compito di illustrare i dettagli. «Quelli superficiali prevedono l’applicazione di sostanze che, per la loro stessa natura, non sono molto aggressive: l’intento è di ottenere una semplice rimozione delle cellule morte». Ci sono poi i peeling di media profondità. «In questo caso - spiega Sacchi -, si usano sostanze con elevata invasività come l’acido tricloroacetico al 30-35% che determinano una rimozione di strati più o meno spessi dell’epidermide, si sviluppa così un’intensa infiammazione che elimina i radicali liberi». C’è quindi il peeling profondo. «In genere, si applica utilizzando il fenolo oppure è il risultato di più peeling combinati: tutto questo comporta non solo la necrosi della cute ma anche del derma medio e profondo.

Quindi, va bene per pazienti che hanno rughe o cicatrici profonde e diffuse». 


Come procedere
I protocolli di trattamento dipendono dal tipo di peeling. Il medico chiarisce: «Per il peeling superficiale, il trattamento si svolge ogni 15-30 giorni per un numero variabile da 4 a 8 sedute; quando viene effettuato dopo un lifting, meglio abbinare anche l’uso di creme idratanti». Per il medio «si consigliano trattamenti mensili per 3-4 sedute per evitare eccessivi stress e sensibilizzazioni della pelle e anche in questo caso, meglio usare creme idratanti». Per quanto concerne i peeling profondi, «in genere, è sufficiente una sola applicazione, spesso si usano per trattare inestetismi come il “codice a barre” o le zampe di gallina o ancora le rughe profonde del viso. Con questo peeling, si ottiene una grande esfoliazione». 
Le new entry 
Oggi in medicina estetica si prediligono peeling che sfruttano l’azione di più sostanze. Per esempio, c’è il Dermamelan. «È un potente depigmentante - sottolinea Sacchi - capace di ringiovanire la pelle e cancellarne le macchie. Può essere usato tutto l’anno, agisce sul melanosoma e cioè va all’origine del problema». Un altro esempio di peeling per una skincare avanzata è il metodo del dottor Zein Obagi. «Il più usato è il 3 steep Peel perché dà un grande risultato e non c’è bisogno della sedazione; il paziente se la cava in 4-7 giorni solo con un po’ di esfoliazione». E poi c’è il Prix T33 che «è un peeling ma anche biorivitalizzante: è un dispositivo medico innovativo, capace di rimodellare il derma profondo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA