Il cantautore civitanovese Neve all’esordio con l’album “Premi play”: «Il mio è un inno all’amore»

Giovanni Neve, pseudonimo del cantautore civitanovese Giovanni Morbidoni
Giovanni Neve, pseudonimo del cantautore civitanovese Giovanni Morbidoni
di Andrea Maccarone
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Venerdì 25 Febbraio 2022, 11:34

CIVITANOVA - Classe 1997 e già una manciata di singoli che hanno riscosso un discreto successo nel web. Giovanni Neve, pseudonimo del cantautore civitanovese Giovanni Morbidoni, sta per pubblicare il suo album d’esordio. Infatti uscirà oggi “Premi play”, un lavoro dal gusto allegro e con sfumature tropicali, ma anche malinconico e vicino alla musica d’autore più recente.

 
Giovanni, questo disco quanto tempo ha richiesto per essere composto?
«Diciamo che è fil rutto di tanti anni di lavoro. É dal 2018 che stiamo su questi brani, poi c’è stato il covid ed è andato per le lunghe. In tutto sono stati tre anni di lavoro intenso, girando tra Civitanova, Roma e Milano. I pezzi sono nati in questo triangolo e grazie all’aiuto di due produttori fondamentali per la realizzazione del progetto, che sono Fabio de Sanctis e Taketo Gohara».
Con l’uscita del disco arriverà un tour?
«Ci stiamo lavorando per l’estate. Ma intanto, per la primavera, faremo un po’ di locali tra le Marche, Abruzzo e centro Italia. Poi speriamo di fare anche alcune aperture a concerti importanti, festival e altre date che danno la priorità a me e al io progetto».
Che aspettative ha su questo disco?
«Direi alte, perché il lavoro c’è stato e sarebbe da bugiardi dire che non si nota. C’è una ricerca del particolare e anche della semplicità. Poi è sempre l’ascoltatore che dovrà dare il suo giudizio, ma ci credo molto sulle potenzialità di questo album».
Come nascono i suoi brani?
«C’è quello che nasce dall’esigenza di uno sfogo personale dopo vicende amorose che si complicano, e quello che non riesci a tenere dentro perché è legato a periodi allegri, di gioia. Nell’album ci sono tre canzoni che richiamano l’estate, questo per dire quanto l’ambiente che mi circonda, il paesaggio marino, le spiagge, mi condiziona nelle scrivere».
Quando compone pensa mai al pubblico che ascolterà le sue canzoni?
«Dipende. Ci sono canzoni che hanno versi che escono direttamente dall’anima e che poi rielaboro. Ed è nella rielaborazione che sì, magari penso: questo è meglio non dirlo, quest’altro sì. Perché so a che pubblico devo arrivare. Il mio pubblico è anche molto giovane, quindi penso spesso a chi devono arrivare certi messaggi e in che modo».
Cosa ne pensa dei suoi colleghi che escono dai talent?
«Credo che i talent tendano a mescolare un po’ di roba. C’è il vero talento e c’è quello che fa audience. Io ho voluto scegliere una strada tutta mia, fatta di gavetta, di live, di giornate intere in studio. Però allo stesso tempo non nego che dai talent escano personaggi che poi diventano importanti».
Se dovesse dare una definizione alla tua musica, che genere sarebbe?
«Sicuramente pop, una musica per tutti e che non fa distinzioni di pubblico.

Il mio è un costante inno all’amore. Va bene per tutti. Però allo stesso tempo nel disco ci sono tracce indie, perché sono influenzato anche da questo genere e dal cantautorato italiano: da De Gregori, Dalla, De Andrè fino Jovanotti e Cremonini».

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