Sisto V ai “Martedì dell’Arte” ad Ascoli, la prima conferenza sul Papa Tosto con il professor Papetti che spiega: «I critici usano troppi paroloni»

Sisto V ai “Martedì dell’Arte” ad Ascoli, la prima conferenza sul Papa Tosto con il professor Papetti che spiega: «I critici usano troppi paroloni»
Sisto V ai “Martedì dell’Arte” ad Ascoli, la prima conferenza sul Papa Tosto con il professor Papetti che spiega: «I critici usano troppi paroloni»
di Chiara Morini
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Martedì 20 Settembre 2022, 01:25

ASCOLI - Sarà il professor Stefano Papetti, responsabile dei Musei civici di Ascoli Piceno, ad aprire alle 18 di oggi, martedì 20 settembre, al cine-teatro Cecchetti, la nuova edizione dei “Martedì dell’Arte”. Promossa a Civitanova Marche dall’Associazione Arte, la rassegna conterà 22 lezioni di sette professori dedicate non solo all’arte, ma più in generale alla cultura. 

La rassegna

Il ciclo di lezioni ripartirà con Papetti e l’appuntamento dedicato a “Sisto V e alle Marche” saltato nella precedente edizione, mentre le successive tre saranno dedicate al Barocco. «Affronterò (20 e 27 settembre, 4 ottobre) – spiega Papetti – la nascita del Barocco e i rapporti con Roma. Parlerò della figura di Carlo Maratti, pittore che nacque a Camerano, e di cui nel 2025 ricorrono i 400 anni dalla nascita. Allora celebreremo la ricorrenza con una mostra tra Roma e Camerano, ma già questa estate (e replicheremo il prossimo anno) abbiamo organizzato un’esposizione a lui dedicata». Il barocco, del resto, è un periodo importante per le Marche, anche nei rapporti con Roma. «Era il periodo – spiega il professore – in cui a Roma finivano i marchigiani, si pensi ad esempio al cardinale Azzolino. Era un periodo fiorente per gli scambi artistici, e sono state fatte meraviglie». Anche con gli artisti, tanti, che andavano a studiare a Roma e poi tornavano e realizzavano le proprie opere. Andando avanti nella rassegna, con il professor Roberto Mancini si parlerà di filosofia (nei quattro successivi martedì), con Alessandro Delpriori di storia e figure rinascimentali per due appuntamenti. Ma saranno protagonisti anche i professori Mauro Perugini, Andrea Viozzi, Paola Ballesi e Roberto Cresti, con lezioni che, tranne il periodo delle festività natalizie, andranno avanti fino a marzo 2023.

Arte e cultura di diversi periodi e branche, e per ciò che riguarda i beni artistici c’è una differenza tra le preferenze dei giovani e quelle dei meno giovani. «Indubbiamente – spiega il professor Papetti – le fasce di età giovanili apprezzano di più il ‘900 e l’arte contemporanea, con la consapevolezza, magari, che certi fenomeni non si comprendono appieno se non si studia il passato. Di contro nelle altre fasce di età c’è una prevalenza del più antico, si è più portati a farsi domande. E il contemporaneo forse si capisce meno anche perché alcuni critici usano troppi paroloni per farsi comprendere». Qualunque sia il periodo, la tecnica o lo stile artistico, i giovani rimangono attratti dall’arte, anche se ne fruiscono in modo diverso.


Il metodo


«Soprattutto – aggiunge il professore – con il digitale. Le fasce giovani si interessano, ma con altri mezzi, diversi, esplosi anche per “colpa” di noi direttori di musei che durante il lockdown diffondevamo immagini con tutti i mezzi». Quello però è stato un modo per mantenere fedeli gli appassionati, tanto che, ora che non c’è più il distanziamento, «i musei sono pieni. La fruizione digitale non manca, ma si usa per conoscere, pianificare, poi i visitatori vengono anche di persona. La scorsa estate i musei erano stra-pieni». Per il futuro il problema è quello delle risorse. «I visitatori si muovono – chiude – ma si deve mantenere tutto sempre attrattivo, e per farlo servono risorse». 

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