Ale e Franz in “Tanti lati latitanti”
«Raccontiamo la realtà a tinte forti»

Ale e Franz
Ale e Franz
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Giovedì 16 Novembre 2017, 11:18
CIVITANOVA - Storie di vita, persone che incontri. Gente che va e viene. Come i vecchietti che giocano a bocce o il fedele che, in chiesa, accende un cero ad un santo. Su questo filo, si muove “Tanti lati tanti” che il duo Ale e Franz, Alessandro Besentini, 44 anni e Francesco Villa, 48, presenta questa sera al teatro Rossini di Civitanova. Passione e cervello, Ale e Franz. Con Franz che parla, parla. Di tutto. Le relazioni in cima ai crucci e alle fantasie. Ale e Franz, il duo di comici tutto italiano, un amore sviscerato per Stanlio e Olio, Walter Chari e i fratelli Marx. Una satira surreale che hanno fatto di Ale e Franz una delle coppie che più ci ha rallegrato tra gli anni Ottanta e Novanta. Tradizione italiana, la preferita, non senza strizzare l’occhio Oltreoceano. 
Cosa vi ha ispirato in questo lavoro?
«È uno spettacolo comico, parla d’incontri, del quotidiano. Proviamo a capire la realtà e poi la coloriamo a tinte forti. Si ride tanto. Ma c’è un momento più serioso che, però, sarà una vera e propria sorpresa per lo spettatore. No, non voglio anticipare nulla». 
Attimi di vita vissuta. Comuni?
«Sono storie che danno stimoli, rivelano gli aspetti più divertenti. Storie con, al centro, l’uomo con le virtù, i suoi pregi, il suo modo di far sorridere».
In tempi così pesanti e bui, cosa vi fa ridere, oggi, in Italia? 
«Una volta, c’era la politica che faceva sorridere ma ora è diventata un campo minato. Mi fa ridere il genere umano nel suo complesso, ci sono tante combinazioni. È bello osservare la gente. Oggi, nel nostro Paese, non c’è nulla che fa ridere. Siamo noi italiani che facciamo ridere, siamo un popolo, da Nord a Sud, che è molto interessante. Ma una risata è importante, aiuta ad andare avanti meglio. C’è molto bisogno di ridere, specie in un mondo come quello di oggi». 
Idee sul futuro prossimo? Ancora teatro, dove siete nati nel 1992 con verve e generosità? 
«Intanto, finiamo questa tournée; poi, da gennaio, ci sarà uno spettacolo nuovo a teatro. Sul tema da trattare ancora ci stiamo lavorando». 
Ritrovare così la curiosità e l’inquietudine del palco, da sempre fonte di grande ispirazione per voi...
«Certo, il teatro è sempre il teatro». 
C’è una trasmissione televisiva che vi stimola in modo particolare?
«Piace molto Nemo su Rai 2. Mi piace davvero. Come le Iene che, poi, alla fine, su quella linea ci ritroviamo. Mi piacciono perché i protagonisti sono capaci di fare un quadro del brutto che c’è». 
Siete un duo inossidabile. Una specie di matrimonio. 
«Per ora, è cosi. Dopo 25 anni, siamo ancora qui. Come un matrimonio anche se manca l’aspetto fisico. Ci sono tanti aspetti in questo rapporto di lavoro, è una continua evoluzione». 
Quanto influisce la vostra attività con la vita privata? 
«Come tutti i lavori in cui si gira… noi siamo i rappresentanti della comicità. La nostra satira sociale si nutre d’ incontri e di gente. È così che andiamo avanti. Parlare con la gente è la prima fonte di ispirazione».
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