CHIARAVALLE - Luca Angelani è un ottimo cuoco e un uomo buono e un po’ guascone e la sconfitta per un punto nella semifinale di “Cuochi d’Italia” la prende con filosofia.
I fan, che su Tv8 hanno fatto il tifo per lui, però non lesinano critiche alla trasmissione e al modo con cui Angelani è stato battuto dalla cuoca toscana.
«Luca non meritava di perdere – dicono in coro gli amici e quelli che apprezzano la sua cucina a Il Lanternino, il ristorante dove lavora – ed i voti alti lo testimoniano. Lo ha un po’ penalizzato uno dei due giudici che è toscano ed ha fatto prevalere il campanilismo, visto che l’avversaria del nostro amatissimo chef era la rappresentante della cucina toscana». Angelani però è comunque soddisfatto. «Era un gioco e ho avuto ottimi riscontri e un grande successo di pubblico e anche di critica. Ho 55 anni, avevo un diploma da geometra ed avevo iniziato a lavorare nell’azienda di mio padre ma ho sempre coltivato una grande passione per la cucina e così da autodidatta ho iniziato a destreggiarmi tra pentole e piatti, perfezionando conoscenze e competenze, partecipando a diversi corsi e seguendo alcuni programmi televisivi: da 22 anni sto dietro ai fornelli e mi piace tantissimo questo lavoro».
Angelani, nella semifinale, aveva presentato ad Alessandro Borghese e ai giudici Gennaro Esposito e Cristiano Tomei un suo cavallo di battaglia che fa parte della tradizione marchigiana: un gustosissimo coniglio in potacchio. «Lo facevano mia nonna e mia madre e, con tutta l’umiltà del mondo, posso dire che il coniglio come lo faccio io lo fanno in pochi.