Branduardi e il “Cammino dell'Anima” C'è la data zero a Castelraimondo

Il "menestrello" Angelo Branduardi
Il "menestrello" Angelo Branduardi
di Andrea Maccarone
3 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Novembre 2019, 00:10
CASTELRAIMONDO - Il “Cammino dell’Anima” di Angelo Branduardi parte dalle Marche. Questa sera, giovedì 14, la data zero del tour al Lanciano Forum di Castelraimondo (ore 21,20). Prevendite su Ciaotickets e Ticketone. Infoline: 0733/865994.
Il 2019 rappresenta per Branduardi il traguardo dei 45 anni di carriera, festeggiati con l’uscita, il 4 ottobre, il nuovo album il “Cammino dell’Anima”. A sei anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio “Il Rovo e la Rosa”, Angelo Branduardi ritorna a cantare la spiritualità, risvegliando dal sonno dell’anno mille l’opera visionaria di Hildegarde von Bingen, monaca, reclusa secondo la regola di San Benedetto, fin dall’età di otto anni e poi badessa di Bingen.

Hildegarde definì “Sinfonia” il ciclo lirico delle sue opere, per lei l’anima è “sinfonica” e trova la sua espressione nell’accordo segreto di anima e corpo nell’atto musicale, nell’armonia prodotta dal suono degli strumenti e dalla voce umana, nell’armonia celeste e nell’accordo misterioso che viene dal profondo dell’anima. Storie antiche che, grazie alla sua musica, incrociano la contemporaneità. «Io uso quest’espressione qui: è uno specchio lontano – spiega l’artista - non è che io guardi al passato, o necessariamente attinga dal passato. Ma tutto ciò che è stato mi interessa più di ciò che sarà. Perchè in ciò che è stato, c’è quello che sarà». Una ricerca infinita che sottolinea una visione della musica assai profonda. «Ho cominciato a fare musica quando avevo 5 anni – continua Branduardi - a 15 ero già diplomato. La musica, per me, è la più grande consolazione che ci sia. E’ un modo per lasciare un segno.  Una terapia. Poi la mia musica non è né popolare, né classica. Oggi la chiamano crossover». 
Il concerto, della durata di due ore circa, è idealmente diviso in due parti. La prima parte, introdotta da Branduardi che è solo sul palco davanti ad un impalpabile velo bianco, è dedicata al nuovo album “Il Cammino dell’Anima”. Mentre nella seconda parte l’artista andrà a ripescare dal suo infinito repertorio, che a tratti ha anche teso la mano a un concetto più popolare di musica. «È chiaro che non faccio parte del pop – ci tiene a sottolineare l’artista - ma a volte mi diverto a farlo. La mia musica è particolare, è una nicchia che non ha imitatori. Come scrisse il giornalista Marco Mangiarotti, è come l’aglio: o lo ami o lo odi. Solitamente divido il pubblico. C’è chi mi vuole molto bene, e chi no».
E nelle Marche ce ne sono di estimatori che negli anni gli hanno sempre dimostrato grande affetto. Ma cosa desidererebbe ancora un artista che ha toccato i quarant’anni di carriera? «Quarantacinque, per la precisione – puntualizza Branduardi - ma nessun bilancio. La musica mi cura ancora. Mi diverte ancora. Vorrei solo che mi sia concesso il privilegio di morire sul palco. Questo sì». Ad accompagnare il menestrello i musicisti: Fabio Valdemarin (tastiere, chitarra, cori); Antonello D’Urso (chitarre, cori); Stefano Olivato (basso elettrico, contrabbasso elettrico, chitarra, armonica, cori,) Davide Ragazzoni (batteria e percussioni). L’impianto scenico del concerto è essenziale ed efficace. Tagli di luce teatrali e un tetto di lampadine dai toni caldi. Nessun orpello tecnologico. Solo luce, nuvole bianche di fumo che fraanno da discreto contorno alla musica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA