Carolina Crescentini si racconta: «I miei progetti,
l'Islam e Boris. Sono una bionda anomala»

Carolina Crescentini a Leggo
Carolina Crescentini a Leggo
di Michela Greco
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Martedì 4 Aprile 2017, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 10:00

«I progetti nel cassetto? I sogni non ancora realizzati? Non li dico, altrimenti me li scippano». Estroversa macauta, curiosa, vivace e rigorosa, Carolina Crescentini è stata “direttrice per un giorno” di Leggo e si è raccontata a 360 gradi.

È appena uscito “La verità, vi spiego, sull’amore”, in cui ha il ruolo dell’amica bionda della protagonista Ambra Angiolini...
«Il mio carattere non corrisponde all’immaginario solitamente associato alla bionda con gli occhi chiari, ma nel film di Max Croci sono bionda anche nell’atteggiamento... Nel film, infatti, sono una ragazza effervescente che non ha voglia di prendersi responsabilità e ha bisogno di leggerezza. Con le sue caratteristiche è molto utile all'amica, che ha un compagno e due figli».

Sente di somigliare in qualcosa a una delle due?
«Non sono simile né a Sara né a Dora, ma vedo intorno a me le dinamiche che mettono in atto e sicuramente mi riconosco nel ruolo di quella che sostiene l'amica, è una cosa che so fare molto bene».

Sta girando un film in Marocco, che storia racconta?
«Sono appena tornata dal set negli studios di Ouarzazate, dove tornerò presto per le ultime riprese, il titolo provvisorio è Il sogno del califfo ed è una spy story sull'Islam ambientata nel 1800 con un cast internazionale che comprende anche la meravigliosa Marisa Paredes. Interpreto un'aristocratica inglese che va in Siria, rimane affascinata dall'Islam e interpreta il Corano in modo molto personale. Da questa esperienza sto imparando che il Corano è un testo che lascia spazio ad ampi margini di interpretazione, è interessante e difficile, e può essere facilmente frainteso. Ho pensato che ciò che di brutto sta accadendo nel mondo possa essere frutto di una cattiva interpretazione della sua prima parte, e che la seconda è piuttosto aggressiva. Come la Bibbia, d'altronde».

È reduce da I bastardi di Pizzofalcone, che esperienza è stata?
«A parte Boris, che per me rimane il Verbo, non avevo mai fatto una lunga serialità: è tosta. Ha ritmi folli, spesso si riceve il copione solo due giorni prima di girare e io sono una che ha bisogno di sapere prima dove andrà a parare. È stata una grande palestra anche dal punto di vista umano: mi sono posta tante domande sul ruolo di attrice e su quello di magistrato, su come facciano a mantenere il distacco emotivo di fronte alle scene atroci a cui assistono». 

Si aspettava tanto successo?
«Ero totalmente impreparata. La mia panettiera un giorno non ha voluto darmi il pane perché il mio personaggio aveva lasciato quello di Gassmann. Tutti ora attendono una seconda stagione, bisognerà aspettare che De Giovanni scriva le storie...».

Ora ha tantissimi impegni...
«Partecipo a un documentario su Valentina Cortese e sarò nel cast di una commedia di Christian Marazziti, dal titolo Sconnessi, accanto a Fabrizio Bentivoglio, Stefano Fresi, Antonia Liskova e Ricky Memphis. Sta anche per uscire L'accabadora, in cui ho la piccola parte di una scultrice matta che arriva da un altro paese».

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