Cavalli in passerella alla fiera di Cantiano, quest'anno si tiene per la prima volta l’edizione primaverile nel paese di Chiaserna

La gara di di “Mountain trail”
La gara di di “Mountain trail”
di Veronique Angeletti
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Sabato 30 Aprile 2022, 08:30

CANTIANO - Questo fine settimana si svolge per la prima volta l’edizione primaverile della “Fiera Cavalli Cantiano”, la seconda kermesse nazionale dopo quella di Verona. Con la differenza che non si svolge in un quartiere fieristico ma all’aperto, a Chiaserna, piccolo paese alle falde del monte Tenetra, sul versante nord del Catria, il massiccio che dà il nome all’unica razza equina marchigiana.


La fiera vanta quasi mezzo secolo di storia e celebra la tradizione ad ottobre della “discesa” dagli alpeggi dei cavalli nel paese ed oggi, sabato, e domani offre l’opportunità di conoscere meglio il cavallo del Catria attraverso straordinarie dimostrazioni - come quella del carico e scarico dei muli - ed eccezionali gare di monta o ancora l’esibizione dell’uomo che sussurra ai cavalli, ossia Franco Gianni, l’unico istruttore in Italia del metodo Parelli. L’addestramento si basa sul rispetto, la fiducia tra uomo e cavallo e parte dalla considerazione che si deve tener conto dei tratti caratteriali molto individuali dell’animale - ci sono quelli più sicuri di sé, più gentili, più introversi - e quindi delle diverse esigenze delle loro personalità per stabilire una comunicazione reciproca. Un altro momento assolutamente da non perdere è la dimostrazione dell’utilizzo del cavallo da lavoro. Testimonia le grandi prove che i “cavallari” dovevano e devono superare per poter svolgere il loro lavoro. 


In questo lembo di terra a confine con l’Umbria, l’animale è fondamentale per il trasporto della legna dalla montagna (programma completo ed orari sulla pagina fb Cantiano Fiera Cavalli o ufficio informazioni comune di Cantiano 0721789936).

Ed è proprio questo ruolo di bestia da lavoro ad aver influito sulla razza “del Catria”. Un animale antico, già se ne trovano tracce in manoscritti poco dopo l’anno Mille che citano la presenza a Fonte Avellana di allevamenti di cavalli “ad usum equitandi”. Cavalli destinati a un mercato signorile e a rifornire le cavallerie delle signorie limitrofe e, poi, del ducato d’Urbino. Nel tempo, furono utilizzati dai carbonari che, per ragioni operative, hanno facilitato gli accoppiamenti con cavalli della maremma grossetana e l’introduzione del sangue del cavallo croato, del Franches Montaignes e altre razze al fine di ottenere le caratteristiche di frugalità (necessarie alla sopravvivenza nel pascolo brado di montagna) e anche di robustezza. Erano fondamentali per il trasporto sulle mulattiere del carbone, della legna, del fieno, dei cereali.


L’area del monte Catria era una delle zone di reclutamento dei quadrupedi da parte dell’esercito italiano. Oggi questo cavallo non è più scelto per trasportare la merce ma per la sua morfologia e la sua attitudine a muoversi sui monti. Allevato semibrado sui pascoli montani ha un piede attento e sicuro sui terreni più difficili e impervi, il che ne fa un animale molto richiesto in tutt’Italia per il turismo equestre in particolare nelle aree montane.

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