Massimi e Musicamdo: «Torniamo con Mina in chiave jazz e swing»

Daniele Massimi presidente dì Musicamdo
Daniele Massimi presidente dì Musicamdo
di Chiara Morini
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Domenica 3 Gennaio 2021, 06:00

CAMERINO - L’amore per la musica unito a quello per la città di Camerino: è così che un gruppo di giovani, nel 2002, ha dato vita all’associazione Musicamdo presieduta da Daniele Massimi. Non paghi delle rassegne organizzate, da circa un anno e mezzo hanno anche fondato una loro orchestra, la MusiCamDo jazz orchestra.
Daniele, cosa bolle nella pentola di questo 2021?
«Spero molte cose a cominciare dall’orchestra. Abbiamo provato, per Natale, ad organizzare un concerto in streaming, ma non siamo riusciti. La nostra orchestra è composta di 22 musicisti che, come visto anche di recente in altri casi, devono essere ben distanziati. Per via delle normative anti-Covid. Servono teatri non piccoli, ma sufficientemente grandi. Abbiamo quindi individuato il Lauro Rossi di Macerata, presto daremo il via al progetto». 
Di cosa si tratta? 
«Ci stiamo organizzando per partire dopo le feste. Chiaramente, se la situazione dovesse rimanere questa, non potrà esserci il pubblico, e andremo in streaming. Ci stiamo attrezzando ed organizzando per fare riprese audio e video di livello alto. Vorremmo fare un cd. L’idea che abbiamo in mente è quella di realizzare un progetto su cui abbiamo lavorato per tutto il 2019: la rilettura in chiave jazz e swing del repertorio musicale italiano».
Quale, se lo può dire?
«Un po’ tutta la storia della musica italiana, in particolare però Mina. Si tratta di una scaletta di brani che hanno arrangiato per noi Massimo Morganti (il direttore dell’orchestra) e Pierfrancesco Ceregioli». 
Avete fatto qualcosa online? 
«Qualcosa avevamo provato a fare nel periodo di lockdown della prima ondata. A marzo 2019 avevamo organizzato il “Musicamdo jazz for families”: ogni musicista aveva registrato un video a casa propria. Poi li avevamo montati creando un grande video collettivo e formando un vero brano musicale. Ci eravamo convinti per una buona causa, raccogliendo fondi per le famiglie in difficoltà».
Niente festival online nel 2021?
«Per ora no. Non ci piace. Speriamo che a marzo o aprile le cose migliorino. Guardiamo con fiducia alla prossima edizione, in giugno, del premio Urbani».
Passando alle rassegne, nel 2019 siete riusciti a fare Camerino festival. Ma poi si è bloccato tutto… 
«Sì, quello fortunatamente, pur con tutte le limitazioni del caso è andato a buon fine. Stavamo facendo la rassegna di Macerata, con diversi concerti ma sono saltati. Speriamo però, almeno per i due principali, di farli appena possibile. Nelle ultime settimane del 2020 erano previsti Daniele Di Bonaventura e Sergio Cammariere, ma li abbiamo dovuti annullare». 
Quanto vi manca il pubblico? 
«Molto. Dal vivo ci sono gli applausi, si guardano gli spettatori. E si crea socialità tra i musicisti». 
Sisma e Covid. La musica aiuterà ancora i territori colpiti? 
«Certo.

Aiuterà a ripartire. La musica ha un grande potere di socialità e una valenza culturale/turistica. È importante coinvolgere il territorio, promuovendo le bellezze a disposizione».

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