Elena Sofia Ricci splendida protagonista di “La dolce ala della giovinezza” in prima nazionale ad Ascoli

Al centro il regista Pier Luigi Picci e l'attrice Elena Sofia Ricci ieri alla presentazione della prima nazionale ad Ascoli
Al centro il regista Pier Luigi Picci e l'attrice Elena Sofia Ricci ieri alla presentazione della prima nazionale ad Ascoli
di Filippo Ferretti
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Mercoledì 15 Settembre 2021, 09:10

ASCOLI - È reduce dalla partecipazione alla serie tv di Ferzan Ozpetek “Le Fate Ignoranti”, attualmente in fase di lavorazione, ed eccola approdare in uno di quei drammi «che ti portano all’inferno per fare un giro o anche più di uno». Elena Sofia Ricci, per il suo rientro in teatro ha scelto un lavoro che “scava dentro” e con il quale, per lei, si vede creare una sorta di identificazione.

Aveva visto lasciare le scene nel febbraio 2020 con un altro testo sofferto, “Vetri Rotti” di Arthur Miller diretta da Amando Pugliese, quando Pier Luigi Pizzi l’aveva incontrata per costruire con lei nuove sfumature del personaggio di Alexandra Del Lago di “La dolce ala della giovinezza”, un ruolo che l’avrebbe vista nei panni di una attrice non più giovane, le cui paure sono dettate dal tempo e della bellezza che tende a sfiorire.


Finalmente, il progetto ora ha potuto realizzarsi, attraverso una scrittura più contemporanea del lavoro da parte del Maestro Pizzi: più asciutta, limando tempi e pause. «Ho dovuto attendere per interpretare questo ruolo, adesso che ho l’età della protagonista», ha esordito Elena Sofia Ricci, tra una pausa e l’altra delle prove del nuovo allestimento al Ventidio Basso, del capolavoro del drammaturgo americano. «Perché i personaggi di Williams sono affidati a un senso di ineluttabile dolore legato al fallimento, alla solitudine», esordisce l’attrice toscana, lanciata nel cinema da Pupi Avati nel 1985 in “Impiegati” e poi apprezzatissima per una serie di ruoli indimenticabili: da “Io e mia sorella” di Verdone (’87) a “Mine Vaganti” di Ozpetek del 2010, sino al celebrato “Loro” di Sorrentino, per il quale ha ottenuto il David di Donatello. 


La messinscena teatrale, il 22 e 23 settembre nel teatro del capoluogo, rappresenta per tutti coloro che vi lavorano un grande riscatto, dopo la chiusura dei teatri iniziato nel marzo dello scorso anno.

Il regista Pier Luigi Pizzi, durante la conferenza di presentazione dello spettacolo – accanto al direttore dell’Amat Gilberto Santini e all’assessore comunale Donatella Ferretti - si è detto grato per l’accoglienza in un luogo, il Ventidio Basso, a lui caro. Anche il protagonista maschile, il giovane Gabriele Anagni, nel parlare del suo personaggio, reso famoso da una pellicola del 1962 diretta da Richard Brooks e interpretata da Paul Newman, quasi si commuove nel raccontare i tratti caratteriali ed emotivi del suo Chance, uomo che vede stoppare il suo sogno di attore a causa della guerra. «Anche io nel mio privato, come tanti colleghi, ho visto il mio amore per la recitazione allontanarsi e sono stato davvero male», ha raccontato. 


E a proposito di sofferenza post Covid, Elena Sofia Ricci, ha voluto ricordare la sua battaglia a favore dei lavoratori rimasti fermi e della speranza di poter vedere finalmente istituita il prossimo 23 ottobre la “Giornata nazionale dello Spettacolo”. «Una data che offrirà a noi tutti la patente di veri lavoratori di questo settore», ha ricordato, confessando l’emozione di trovarsi di nuovo in scena, condividendo con il suo personaggio attuale «l’esigenza di avere un movente artistico solo se è il pubblico ad accoglierti».

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