Il talentuoso bassista ascolano Guarini in tour con Baglioni

Il bassista ascolano Mario Guarini
Il bassista ascolano Mario Guarini
di Filippo Ferretti
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Giovedì 4 Febbraio 2021, 02:15

ASCOLI - È uno dei più bravi professionisti delle 7 note italiane. Si tratta del bassista ascolano Mario Guarini, tra i musicisti maggiormente richiesti nella storia recente del pop dal vivo italiano, a cominciare dal sodalizio instaurato nel 2003 con Claudio Baglioni che lo ha voluto con sè anche per il prossimo tour. Anche se ha fatto parte a concerti di decine di nomi popolari e amati della musica leggera - da Massimo Ranieri a Gino Paoli, da Luca Barbarossa ad Ornella Vanoni - è con il cantautore romano che ha affrontato il maggior numero di serate in tour. 

 
«Il mio primo incontro con il basso - ricorda - è stato casuale. All’epoca frequentavo la casa di un mio amico appassionato di musica, proprio come me. Un giorno andai a trovarlo e lui era in cantina con il suo gruppo a provare dei brani e quella fu per me la prima volta in cui vedevo una band, ma soprattutto il basso, quello strumento che poi mi avrebbe accompagnato per tutta la mia vita». Dopo aver frequentato innumerevoli gruppi musicali in giovane età, si è trasferito a Roma, dove ha iniziato a studiare all’Università della Musica. «Nella capitale ho incontrato Massimo Moriconi, grande insegnante di basso elettrico, che è stato per me di forte ispirazione», spiega dei suoi inizi Guarini, rammentando che a Roma ha avuto l’opportunità di confrontarsi con molti artisti fino a quando, all’età di 19 anni, non fu scelto per il suo primo tour, al cospetto di Nada Malanima. «Da quel giro di concerti è nato tutto e da lì ho iniziato a collaborare con tanti big differenti, sino all’incontro fortunato con Baglioni con cui collaboro da quasi due decenni», ricorda il talentuoso bassista, certo comunque di aver ricevuto qualcosa di prezioso da ciascun artista che ha accompagnato.
«Ognuno di loro ha avuto qualcosa da insegnarmi: da come gestire uno spettacolo a come scrivere un brano» aggiunge l’artista, che è riuscito a conquistarsi anche una propria vita a livello artistico. Grazie all’insegnamento, porta da 5 anni nelle scuole italiane il seminario “Come diventare un musicista migliore”. Poi il debutto da solista con “Now, it’s my turn”, album di fusion d’annata, con cui Guarini ha avuto la voglia e il coraggio di mettere in gioco se stesso e il suo strumento, il basso, che in genere serve ad accompagnare.
Il musicista, che vanta anche un passato televisivo con l’orchestra del Maestro Giuseppe Vessicchio, rivela che ad un certo punto della sua esperienza ha pensato che fosse “giunto il suo turno”, pur sapendo della difficoltà di trovare un leif motiv tra i tanti brani di un’incisione discografica. «Per produrre un album bisogna avere un progetto definito, altrimenti si rischia di mettere insieme un’accozzaglia di brani con stili diversi, soprattutto nel caso della musica strumentale» conclude Mario Guarini, evidenziando anche la sua felicità per essere potuto approdare all’insegnamento, grazie ad un progetto che gli permette di mantenere un contatto con gli allievi proponendo l’esperienza di chi, partito dalla provincia, è diventato un musicista di importanti palcoscenici.

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