La Milanesiana cala il tris ad Ascoli. Elisabetta Sgarbi: «Riparte dai colori»

Elisabetta Sgarbi, direttore artistico del festival La La Milanesiana cala il tris ad Ascoli. Elisabetta Sgarbi: «Riparte dai colori»
Elisabetta Sgarbi, direttore artistico del festival “La La Milanesiana cala il tris ad Ascoli. Elisabetta Sgarbi: «Riparte dai colori»
di Mario Paci
3 Minuti di Lettura
Domenica 5 Luglio 2020, 01:35
ASCOLI - Da mercoledì a sabato torna ad Ascoli per il terzo anno consecutivo il festival culturale “La Milanesiana” ideata da Elisabetta Sgarbi. In questa edizione particolare ci saranno, oltre al fratello Vittorio, Arrigo Sacchi, Pupi Avati, un contributo musicale a Giulio Giorello e una mostra.
Elisabetta Sgarbi, perché confermare “La Milanesiana” nonostante tutti gli ostacoli che un dramma come il Coronavirus ha imposto?
«Ognuno resiste come può e come deve. C’è stato il tempo della clausura, a cui ci siamo adeguati con grande senso di responsabilità per dare tempo agli ospedali di gestire l’emergenza, rallentando i contagi; era il bello dello streaming che ci ha permesso di condividere contenuti in un momento di totale chiusura. È stato importante. Ora c’è il momento di tentare di recuperare una vita di relazioni fisiche, di presenza di persone, le une alle altre. La cultura, qualunque cosa si intenda con questo termine , vive di questo. È una crescita che coinvolge tutta la persona e soprattutto è una crescita della comunità, non di una sola persona». 

 

Perché questa edizione sarà caratterizzata dai colori?
«La speranza era il tema dello scorso anno. Quest’anno, sempre Claudio Magris, ha suggerito i colori. Il suggerimento precede la pandemia, ma letto ora, questo tema è l’ideale prosecuzione della speranza. Nei mesi del Covid ha prevalso la sospensione dei colori, o il nero, colore del lutto. Ecco: dobbiamo riprendere tutta la gamma possibile dei colori della vita. L’arte, la cultura servono anche a questo». 
Che colore darebbe allora al Piceno? 
«Mi viene in mente il bianco del travertino. Quest’anno “La Milanesiana”, grazie a Stefano Papetti e Francesca Filauri, porteremo una mostra in cui il grande scultore Giuliano Giuliani che lavora come nessuno sul travertino, rendendolo volante, come animato da un soffio di vento, a confronto con un marmo raffigurante San Giovanni di Tino da Camaino e due maschere Federiciane del XIII secolo. Un viaggio in oltre otto secoli di scultura per scoprire l’anima della pietra. E accanto al bianco del travertino, il verde delle colline che torna nei dipinti e nei disegni di Tullio Pericoli, che forse riesce a esprimere tutta l’ampia gamma dei colori di queste terre». 
Perché una sigla musicale per la rassegna?
«Grande novità anche le due canzoni della Milanesiana che ci accompagneranno, scritte da Extraliscio, gruppo romagnolo già autore di un grande successo Merendine Blu: si intitolano “Milanesiana di Riviera” e “Il ballo della Rosa”, quest’ultima strumentale, composta pensando a uno straordinario musicista, Fiorenzo Carpi. Extraliscio è un gruppo che ho scoperto grazie a un suggerimento di Ermanno Cavazzoni e mi piace molto l’energia che porta pur dentro una straordinaria competenza musicale. Hanno il sorriso della Romagna, quello di mia madre, ma qualcosa di profondamente internazionale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA