ANCONA - In quest’epoca “selfie” cresce la richiesta di ritratti su tela con colori ad olio. Forse perché selfie e portrait rispondono ognuno a modo suo alle varie voglie dell’uomo di ritrarsi. Con il selfie, aiutati dalla tecnologia digitale, oggi riproduciamo fotografie gradevoli, modificabili, addirittura con filtri e diventiamo autori della nostra immagine con cui raccontiamo una nostra storia. Un fai da te che non dà tuttavia piena soddisfazione perché, soggettivo, limita le potenzialità della figura. Il che spiega perché sempre più persone si stanno rivolgendo a professionisti per avere il punto di vista del fotografo che rende unico lo scatto firmandolo con il suo linguaggio personale o si affidano alla visione di artisti.
La fotografia
«La foto, anche per noi pittori - spiega il pesarese Renato Arzeni- è la base di partenza per i ritratti su commissione. È una questione di tempo. In questa società sempre più veloce è quasi impossibile che qualcuno accetti di mettersi in posa per ore per farsi ritrarre. Perché – insiste – un ritratto ad olio richiede moltissimo tempo e proprio per quello fa che osserviamo per ore il soggetto che dobbiamo dipingere. Impressioni che traduciamo in pennellate che si sovrappongono e producono un’immagine che diventa lei stessa un accumulo di sensazioni».
La pittura a olio
Il percorso di Caterina
Interessante il percorso con il quale l’artista Caterina Prato, leccese di nascita, da 20 anni sassoferratese d’adozione, è arrivata al ritratto. «Mentre molti iniziano con il figurativo e poi, nel tempo, tolgono, semplificano fino ad arrivare all’astratto - commenta - nei miei lavori ho iniziato ad aggiungere figure, dettagli che sono diventati protagonisti fino ad occupare tutta la tela». I suoi ritratti (fedelissimi) si riconoscono da una filigrana che si fa carico dell’impronta poetica ed espressiva peculiare allo stile di questa artista che nell’ex chiesa di San Bartolomeo ha un laboratorio-incontro d’arte.
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