Benigni show: «Fuori dall'Europa?
Forse prima saremo fuori dall'Italia»

Roberto Benigni sul balcone del municipio di Apiro
Roberto Benigni sul balcone del municipio di Apiro
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Domenica 7 Ottobre 2018, 15:02
APIRO - Arriva Roberto Benigni. Ed è subito festa. L’occasione è il convegno internazionale di studi “Letture dell’Inferno di Roberto Benigni”. Ieri ad Apiro e oggi a Jesi. Prologo con i prof. Ermete Mariotto e Floriana Menichetti che raccontano la storia di Apiro e il polittico di Allegretti presente nella sala consiliare. Poi arriva lui. Già presente dalla notte di venerdì, ha già avuto modo di incontrare i professori che saranno alla tavola rotonda, stringere mani e fare selfie. Sempre disponibile. Accompagnato da un onnipresente Lucio Presta che oltre essere il suo agente e quasi una guardia del corpo.
L’incontro della mattina
Nonostante la mattinata decisamente uggiosa, in tanti hanno atteso Benigni che prima attraversando la piazza a piedi e poi affacciandosi dal balcone del Comune ha salutato tra gli “oooh” i presenti. A fare gli onori di casa il sindaco di Apiro Ubaldo Scuppa che ha ringraziato il premio Oscar per la sua disponibilità a venire in una piccola e decentrata cittadina. Poi la parola al sindaco di Jesi Massimo Bacci che si è rallegrato per la scelta di collaborare con Apiro per questo convegno, ricordando che la biblioteca jesina conserva un originale della Divina Commedia del 1472. Per la Fondazione Pergolesi l’ad Lucia Chiatti ha sottolineato come la presenza dell’attore sia un momento di grande emozione per tutti. A Franco Musarra il compito di introdurre Benigni. Il prof ha ricordato i lavori del convegno del 2015 e si è augurato di poter continuare: «Si tratta di un progetto che, dopo la parte iniziale in cui il volume “Il mio Dante di Roberto Benigni” veniva analizzato da studiosi di discipline diverse, ora si propone di studiare le letture fiorentine dei 34 canti dell’Inferno, ricoprendone in questa occasione 14 e rimandando al prossimo futuro i restati 20». 
Benigni tra tv e cinema 
L’attore ringrazia: «Sono onorato di essere qua. Ormai mi sento marchigiano. Ricordo che la prima tournèe con i canti di Dante l’ho iniziata nel ’93 dalle Cave di Sirolo. Un bel portafortuna». Poi si sottopone al fuoco incrociato delle domane dei giornalisti presenti, non prima di aver detto che aspetta con ansia quota 100 e di poter usufruire del reddito di cittadinanza: «Questo governo non è peggiore di altri. Ci vogliono portare fuori dall’Europa? Forse prima ci portano fuori dall’Italia. Ma nessuna paura: siamo il paese del risorgimento e della risurrezione». E poi, ribadisce che in ogni epoca si è sempre parlato male dei governati. E poi la rivelazione: «Sono da tre anni in ammollo per mettere a punto dei nuovi progetti. Il primo, che spero a breve scadenza, forse entro l’anno, è un ritorno in tv con uno spettacolo particolare: l’incontro con l’amore. La poesia su questo sentimento vista da tutte le angolazione del mondo. Poi ho in cantiere un soggetto per il cinema, ma qui non posso svelare nulla. Si dovrebbe iniziare le prime riprese nel 2020. E ovviamente riprenderò il tour con la Divina Commedia e metterò sicuramente delle città marchigiane tra le date in calendario». 
Benigni e la Costituzione
Il premio Oscar si è soffermato, poi, sulla nostra Costituzione, la più bella di tutte: «I nostri padri fondatori sono stati talmente lungimiranti che hanno messo un articolo che ne prevede anche il cambiamento con il mutare di tempi e dei bisogni. Ma prima di fare delle variazioni è opportuno conoscerla e non so in quanti posso affermare di saperla, specialmente i nostri governati?». 
Benigni e Dante
«La prima folgorazione con Dante l’ebbi a 13 anni. Sentivo i nonni che citavano frasi dei canti della Divina Commedia. E per fare impressione sui miei genitori l’imparai a memoria. Nel tempo, poi, mi ritrovai a fare le stesse citazioni e volli approfondire la conoscenza dei significati. E più studiavo e più mi appassionavo, fino ad innamorarmene perdutamente. Ma solo in età adulta mi venne in mente che poteva essere un diletto poter recitare alcuni canti. E quando mi resi conto che godeva anche il pubblico il gioco era fatto. Credo che chi mi ascolta colga la mia passione, oltre all’accento toscano, verso il Somma Poeta, passione vera e che aumenta più lo conosco”. 
Stefano Fabrizi
 
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