La storia del design italiano in 32 oggetti esposti nella nuova sezione permanente del Museo Omero di Ancona

Il curatore Fabio Fornasari seduto in un angolo dell'esposizione sul design
Il curatore Fabio Fornasari seduto in un angolo dell'esposizione sul design
di Francesco Giorgi
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Lunedì 20 Dicembre 2021, 12:45

ANCONA - Prima degli anni Cinquanta l’espresso si beveva solo al bar. A casa il caffè veniva fatto con la napoletana o con la pressofiltro, che prevedevano un processo molto lungo e garantivano un risultato ben più annacquato. Nel 1933 un tal Bialetti Alfonso, prendendo ispirazione dalla lisciveuse – recipiente nel quale veniva posto il bucato, con un tubo d’acciaio al centro e riscaldato dal basso – inventò la moka, che il figlio Renato commercializzò apponendovi una sua effige realizzata da Paul Campani – il disegno dell’omino paffuto coi baffi e il dito all’insù – che è poi diventata il logo della Bialetti. «Gli oggetti possono diventare lo strumento di un rito esistenziale», scriveva Ettore Sottsass, poiché entrano a far parte della quotidianità delle persone, con un’interazione rituale che li rende iconici, senza tempo, trasversali.
La nuova ala
In particolare questo avviene per gli oggetti di design, come i 32 esposti nella nuova ala del Museo Statale Omero di Ancona. Sabato, infatti, è stata inaugurata “Collezione Design”, la nuova sezione permanente dedicata al design, ospitata nei pressi dell’ingresso Mandracchio della Mole Vanvitelliana, un luogo multisensoriale dove i visitatori potranno scoprire in maniera interattiva, non solo quindi con il tatto ma con tutti i cinque sensi, gli oggetti della storia del design italiano, selezionati tra i progetti vincitori e menzionati del Compasso d’Oro. Il curatore del progetto Fabio Fornasari spiega che «si tratta di 32 variazioni, nel senso che ogni oggetto di design esprime un parere su come abitare il mondo e su come fare le cose quotidiane». Troviamo infatti esposti, in un percorso organizzato per temi (viaggiare, abitare, cucinare, lavorare, giocare) e accompagnato dai testi di Chiara Alessi, oggetti iconici come la “Vespa” del 1946 di Corradino D’Ascanio per Piaggio, il telefono “Grillo” del 1965 di Richard Sapper e Marco Zanuso per Siemens, la “Falkland” del 1964 di Bruno Munari per Danese – che si ispira alle lanterne di carta giapponesi, realizzata con la filanca delle calze – oltreché la “Radio Cubo” della Brionvega e gli storici “Gommini” della Tod’s. E ancora il “Sacco” del 1968 di Gatti, Teodoro, Paolini per Zanotta o il “Bollitore 9091” di Alessi.
L’allestimento
L’allestimento, che sfrutta un lungo bancone per gli oggetti più piccoli e isole espositive per quelli di maggiori dimensioni, nasce con l’intento di mostrarne il viaggio dalla fabbrica ai negozi fino alle nostre case.

La scatola diviene un elemento scenografico e narrativo. A disposizione delle persone con disabilità visiva è stato progettato da Cpu I-Tech un innovativo sistema di audioguida basato su tecnologia Bluetooth, che si compone di un tag indossabile in vita, due braccialetti e due auricolari. I braccialetti, attraverso vibrazioni, consentono di mantenere la traiettoria del percorso. Quando si incontra l’oggetto, inizia la descrizione e la narrazione sonora, fruibile tramite auricolari. Ad accogliere il visitatore una grande opera scultorea in terracotta di Paolo Annibali dal titolo “Frontone”, ad evocazione del legame tra Design italiano e classicità.

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