ANCONA - Una bella scommessa, quella di Marche Teatro. Di quelle in cui il rischio è direttamente proporzionale al vantaggio. E doverosa, se in gioco è il livello di benessere della comunità. L’ha detto bene ieri, alla presentazione della stagione teatrale alle Muse di Ancona, l’assessore alla Cultura Paolo Marasca: «Non si può lasciare che diventi cronica la nefasta latitanza della cultura, indotta dalla pandemia. Il livello di civiltà di una comunità dipende anche da quanto si investe in cultura».
La lungimiranza
Per questo, bruciando i tempi, la direttrice di Marche Teatro, Velia Papa, ha pubblicato il cartellone, ricco di 17 spettacoli, che si inaugura il 28 ottobre. Covid, e variante Delta, permettendo, Ancona garantirà nove mesi di eventi di spicco, il cui programma è stato da lei congegnato con lungimiranza. «Una macchina da guerra» è stata definita da Paolo Marasca la struttura produttiva anconetana, che «per la sua competenza e solidità, oltre che per la competenza, si propone come polo di rinascita della vita culturale della regione». Sono tante le proposte presentate in esclusiva regionale da Velia Papa, dopo l’intervento della presidente di Marche Teatro Gabriella Nicolini, che ha sottolineato come sia importante, mentre il mondo sta cambiando a gran velocità, «raccogliere il testimone che la storia del teatro ci ha trasmesso».
La tecnologia
La scommessa consiste anche nel servirsi delle tecnologie più innovative, per produrre nuovi stimoli. È stato fatto spettacolo in streaming, nell’ultimo anno, senza lasciare gli spettatori orfani di una forma di evasione che non può non essere educativa. «Ma è ora di tornare in presenza, di ritrovarsi in platea a incontrare i protagonisti della scena, nazionali e internazionali. La scommessa di Marche Teatro – ha sottolineato la Papa – punta sulla qualità delle proposte, uno spaccato di quello che succede nel mondo dello spettacolo».
I protagonisti
Figurano in cartellone i protagonisti della scena italiana: Michele Placido apre la rassegna con “La bottega del caffè” di Goldoni; Carlo Cecchi propone due atti unici di Eduardo; Rocco Papaleo si cimenta nella versione che Fausto Paravidino ha fatto di “L’opera da tre soldi”; Alessio Vassallo va in scena con “La concessione del telefono” di Camilleri; Claudio Bisio sarà alle prese con “La mia vita raccontata male” di Piccolo. E ancora: Arturo Cirillo si misura con Cyrano de Bergerac, in una coproduzione di Marche Teatro, e Romeo Castellucci, autore di culto, coinvolgerà i cittadini in scena, con “Bros”. E poi, le chicche internazionali, molte delle quali dal fronte della danza contemporanea, che escono dal cilindro della maga Velia Papa: “Politically mother unplugged” del coreografo israeliano Hofesh Shechter; lo jesino/cittadino del mondo Luca Silvestrini nel “Piccolo principe”; il surreale “Kind” della compagnia Peeping Tom e, subito dopo “Le nuits barbares” di Hervé Koubi, “Elenit” del grande coreografo greco Laskaridis. Infine, a giugno, gran finale con “The sheep song” della compagnia olandese FC Bergman. Ma ancora molto altro (programma completo su www.marcheteatro.it).
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