A Sanremo le Marche vincenti dello stilista Cerioni, di Mengucci della Etro e del pianista e compositore Dardust

I Maneskin su palco dell'Ariston con il look curato dall'anconetano Nik Cerioni
I Maneskin su palco dell'Ariston con il look curato dall'anconetano Nik Cerioni
di Filippo Ferretti
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Lunedì 8 Marzo 2021, 12:07

ANCONA - Si è chiuso con il trionfo dei Maneskin e il brano “Zitti e buoni” il festival di Sanremo 2021, un’edizione che mai come stavolta ha evidenziato il talento delle Marche. A partire da quello dimostrato dallo stilista anconetano Nicolò Cerioni, che nel corso della gara canora più famosa d’Italia ha curato tutti i look iconici della band romana, dal corsetto al nude look, aiutato dagli abiti firmati Etro, il cui direttore della comunicazione e del marketing è un altro valente marchigiano, il senigalliese Carlo Mengucci, membro di una famiglia che per anni è stata al comando di numerosi locali di successo.
Cerioni, cresciuto tra Chiaravalle, Monte San Vito e Senigallia, prima di approdare a Milano e a New York, nel festival appena terminato ha curato anche l’immagine di altri personaggi protagonisti alla kermesse, come i cinque provocatori quadri scenici creati a beneficio di Achille Lauro, nome di cui si era già occupato lo scorso anno e dell’outfit di Orietta Berti. È stata proprio la cantante emiliana a chiedere allo stylist Nick Cerioni di seguire i suoi look, per molti versi vicini allo stile di Achille Lauro. «Volevo dire grazie ad Orietta Berti per avermi permesso di accompagnarla nel suo ritorno a 29 anni dall’ultimo festival», ha detto Cerioni a proposito della recente collaborazione con colei che definisce una “colonna portante della canzone italiana”.
Ma se le mise degli artisti hanno parlato più che mai marchigiano, in primis sottolineato dall’immagine dei Maneskin, che hanno voluto giocare con lo stile senza distinzione tra uomo e donna, in un mix tra sensualità, provocazione e glamour, altrettanto è avvenuto con le canzoni, grazie all’apporto dell’infaticabile Dario Faini. Il produttore, autore e musicista ascolano, che in questa edizione aveva già raggiunto un record firmando ben cinque brani in gara per altrettanti big, prima della premiazione ha calcato il palco dell’Ariston come ospite, portando con sé i tamburini della rievocazione storica delle Cento Torri, la “Quintana”, per dare vita ad un entusiasmante numero incentrato sul magnetismo del progetto “Dardust”, tra pianoforte e percussioni, note elettroniche e classiche. Un piccolo ma incontenibile show di rara forza visiva e musicale, che ha permesso di svelare dal vivo le capacità di un uomo che sa essere un grande artista anche sotto i riflettori.
E l’eccezionale personalità artistica di Faini ha raggiunto ottimi risultati anche con le canzoni in competizione.

Irama, nonostante le difficoltà legate all’impossibilità di potersi esibire live con il pezzo firmato con Dardust, intitolato “La genesi del tuo cuore”, si è piazzato quinto nella graduatoria generale ed è già gettonatissimo in radio e nelle piattaforme. E ancora, l’apprezzata Madame, classificatasi nona con la sorprendente canzone “Voce”, al termine della serata finale è stata insignita del premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo. Tutto questo, senza dimenticare l’omaggio del festival alle olive ascolane, menzionate ogni sera nella sigla iniziale, durante la quale Fiorello e Amadeus hanno citato le famose prelibatezze tra le maggiori peculiarità dell’Italia.

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