ANCONA - Lunedì alle ore 20,30, al Cinema Italia di Ancona, proiezione speciale del documentario “Amori” di Stefano Ceccarelli e Gabriele Anastasio, entrambi presenti in sala. La serata di domani è organizzata in collaborazione con l’Associazione Cgs Dorico. Ingresso unico, 6 euro. Al fanese Ceccarelli abbiamo chiesto di presentarci il film.
Che cos’è “Amori”?
«È un breve film, un’ora appena, che ha una sua piccola umanità, intima e preziosa. Una ricognizione sull’amore, il sentimento più insondabile, come abbiamo scritto nella sinossi. Una raccolta di testimonianze di bisogni, di distacchi, perdite, compromessi, esplorazioni, purezza, tenacia, salvezza, consolazione».
Leggo, proprio nella sinossi, che contiene un omaggio a Pasolini.
«Ci è sembrato giusto aprire il nostro film ricordando Pasolini e il suo bellissimo documentario “Comizi d’amore”. Come Pasolini raccontò l’amore negli anni Sessanta, noi ne tracciamo i percorsi odierni. Parliamo di drag queen, del sesso fra disabili, di storie interraziali. Parliamo d’amore nelle forme più diverse, incluso il legame fra un padre e una figlia. A ogni forma d’amore è riservato un capitolo del film».
Dove avete girato e come avete selezionato le testimonianze? È stato difficile convincere le persone a raccontarsi?
«Abbiamo girato in Umbria, dove risiediamo entrambi. Gabriele ha fondato a Perugia un Laboratorio di Cinema Permanente Gabriele Anastasio, io, sempre a Perugia, insegno riprese-montaggio video all’Istituto italiano di Design.
Prima di arrivare ad Ancona, dove è stato proiettato “Amori”?
«È stato invitato a numerosi festival nazionali e internazionali. Ha ricevuto premi a Marsiglia, al Cineoff di Offagna, al Tokyo Film Awards. Era nel cartellone di Bellaria, di un paio di manifestazioni romane, di un festival svedese (Boden). A settembre sarà a Barcellona».
E fuori dai festival, nel circuito delle sale?
«La prima si è tenuta a Perugia. C’erano 350 persone. Doveva essere una proiezione unica, e invece è rimasto in programmazione per una intera settimana, diversi spettatori lo hanno visto due volte. Nelle Marche lo abbiamo presentato a Fano, anche lì con grande successo. Gli spettatori ridono, si commuovono, chi si riconosce in una storia, chi in un’altra. Il problema è che il nostro è un film autoprodotto, la Regione Umbria ci ha dato un contributo, nessun altro. Siamo indipendenti sul serio, vale a dire: non abbiamo appoggi di alcun tipo. Con televisioni e piattaforme al momento non abbiamo contatti. Possiamo solo contare sulla curiosità e l’intraprendenza di qualche esercente coraggioso. Qualcuno ce n’è, per fortuna».
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