Vestiamo angoli e pareti di poesia, basta una lavagna o qualche post-it da attaccare al frigorifero

Un angolo della casa dedicata alla poesia
Un angolo della casa dedicata alla poesia
di Veronique Angeletti
3 Minuti di Lettura
Sabato 27 Febbraio 2021, 07:20

ANCONA - Tra tutte le belle arti da vivere a casa, sarebbe un peccato dimenticarsi della poesia. I versi in tutte le loro forme espressive sono emozioni e regalano pillole di benessere. Canticchiare una ballata, recitare una filastrocca, leggere poemi a voce alta, vestono di dolcezza le ore del giorno e della notte, e farlo in famiglia crea momenti importanti di condivisione dove s’intrecciano sentimenti, passioni e sogni.

 
Per vestire la casa di poesia, non ci vuole molto. Già una banale lavagna dove ognuno è invitato a scrivere la parola del giorno è un primo passo. Un’idea è posizionarla ad esempio all’entrata. Consente a chi entra di leggere il pensiero di chi ha lasciato, per ultimo, la casa. Valgono anche i post-it sul frigorifero ma una lavagna aiuta a trasformare il momento in un’usanza. Poi, ci sono decorazioni che possono fare della poesia un’arte parte integrante dell’arredo delle stanze. Parole scritte in un filo di ferro, versi disegnati sul muro, libri lasciati ovunque. 
Ma un’idea in più, dedicata ai più piccoli, è realizzare “diorama poetici”.

Ossia delle piccole scenografie relative ad un testo che si legge insieme. Per chi vuole farne un’abitudine, lasciare nella stanza (quella dove di solito ci si riunisce perché confinare l’iniziativa alla cameretta non gli darebbe abbastanza importanza) uno spazio per la “vetrina” della settimana o del mese. Un tavolino, uno scaffale, un cassetto che volontariamente si lascia aperto.

Trovare gli oggetti per illustrare la poesia della settimana diventa una caccia intelligente al tesoro, realizzarli un laboratorio e leggere aiuta a memorizzare insieme versi e strofe e dunque aiuta a creare un bellissimo ricordo in comune.


Per chi è alla ricerca di testi, Gianni Rodari rimane una fonte straordinaria. «I poeti latini – osserva il poeta sentinate Antonio Cerquarelli autore di raccolte premiate – scrivevano “Carmina non dant panem”, le poesie non danno pane, ed è vero. Dante Alighieri non ricavò una lira dalle sue opere ma la poesia cura, consola, emoziona, rassicura ed è la sola in grado di offrire allo spirito risposte profonde e concrete capaci di salvare l’uomo dalla fatica della vita in una società come la nostra, percossa dalla nevrosi, angariata dalla violenza».


Di fatto anche per gli psicologi la poesia è uno strumento molto potente. «La “poetry therapy” - spiega lo psicoterapeuta urbinate Giorgio Gualazzi - interessa individui, coppie, famiglie, gruppi, di ogni età, di ogni condizione sociale ed estrazione culturali. La poesia è un canale espressivo e comunicativo che bypassa gli schemi della razionalità per accedere al mondo emotivo e all’inconscio. La creatività immaginaria trasforma la realtà ed è un metodo di fuga anche lì dove non è possibile». Insomma se la scrittura aiuta a frantumare pensieri, ansia, dolore, la poesia li nebulizza.

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