Nek in tour ad Ancona con “Unici”
«Nel mio lavoro tanti mondi interiori»

Filippo Neviani, in arte Nek
Filippo Neviani, in arte Nek
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Mercoledì 17 Maggio 2017, 11:11
ANCONA - Un disco nuovo e un’attitudine diversa per Nek che torna nei maggiori teatri italiani. “Unici” è il nuovo lavoro di Filippo Neviani, in arte Nek. Stasera l’artista di Sassuolo sarà di scena sul palco del Teatro delle Muse di Ancona (ore 21). Il nuovo lavoro discografico propone sonorità nuove, più elettroniche. «Merito di un team rinnovato e composto da ragazzi più giovani di me – spiega Nek – un gruppo con cui sto lavorando molto bene e con cui ho approcciato soluzioni musicali diverse, per me».
Un cambiamento sofferto?
«No, assolutamente. All’inizio mi faceva un po’ strano sentire la mia voce accostata a sonorità elettroniche. Poi, invece, ho subito sentito la forte energia sprigionata dai pezzi».
Con l’arrivo del nuovo team è cambiato qualcos’altro nel suo modo di fare musica?
«Ho sempre condiviso il mio lavoro con altre teste e con mondi interiori diversi dal mio. Questo ha prodotto in me stimoli forti che poi ho ritrovato nel momento della scrittura dei brani. Oggi parto dal testo e arrivo alla musica, mentre prima facevo l’inverso».
Dunque può dire di aver voltato pagina rispetto al passato?
«È solo un’evoluzione. Diciamo che ogni volta che si va in tour si tirano le somme di quanto fatto fino a quel momento. Il tour permette di capire se il disco funziona o no. E per ora posso dire che il bilancio è positivo».
Venticinque anni di carriera: cosa rappresentano per lei?
«Venticinque anni di carriera sono un soffio rispetto a quello che mi attende».
E sarebbe?
«Quando vivi la tua vita nel pieno delle potenzialità, fai milioni di cose: vivi esperienze, incontri persone, leggi libri, osservi le storie di qualcun altro e le racconti. Almeno questo è ciò che succede a me, perché quello che vivo diventa canzone. Fare musica vuol dire essere portavoce di storie. Ecco cosa mi attende».
Guarda mai al passato?
«Sì, ma non con nostalgia. Anche se nel mondo della musica molto è cambiato, e non so se in meglio. Nel senso: oggi capita di trovare in classifica chi viene dal nulla, ma solo perché ha avuto un forte riscontro su youtube. Il grosso cambiamento riguarda i consumatori di musica».
E il suo pubblico?
«Ho un rapporto molto forte con il mio pubblico. L’ho visto crescere. Ho visto giovani diventare genitori. E voglio un rapporto molto diretto e senza filtri con il mio pubblico, perché sono stato e sono tutt’ora anch’io un fan».
Tra teatro e grandi arene, quale dimensione le piace di più?
«Il teatro senza dubbio. C’è un calore molto più palpabile. Puoi vedere gli occhi di tutti i presenti e percepisci le emozioni di chi ti sta davanti. Nei palazzetti o nelle arene, quando si accendono le luci e vedi l’enormità della platea, il boato, ti sale un brivido che travolge tutto il corpo. E l’adrenalina esplode. Una bella sensazione, ma poi diventa tutto più dispersivo. In teatro, invece, è possibile mantenere il contatto con il pubblico».
La collaborazione con J-Ax?
«Ci conoscevamo da tempo, ma è stato durante il talent Amici, dove sia io che lui facevamo parte della giuria, che abbiamo legato ulteriormente. In maniera molto naturale ci siamo offerti una reciproca ospitata nei nostri rispettivi dischi. Ax è un talento. Energia allo stato puro. Ci siamo divertiti, tutto qua».
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