Masini fa tappa ad Ancona con tour “30th Anniversary”: «Il mio triplete è arrivato grazie allo Zecchino»

Marco Masini
Marco Masini
di Chiara Morini
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Venerdì 17 Dicembre 2021, 09:36

ANCONA - Fa parte del tour “30th Anniversary” il concerto di Marco Masini al Teatro delle Muse di Ancona il prossimo 22 dicembre alle ore 21. Un tour, più volte rimandato a causa del Covid, che il cantante fa per celebrare i 30 anni della sua carriera. 


Marco, è stato difficile condensare oltre 30 anni di carriera in un solo concerto? 
«Ormai più che 30 sono quasi 32. Comunque no, non è stato difficilissimo, ho sempre cercato di mettere un po’ di logica in questo mestiere. Mi son detto che doveva toccare le tappe importanti di questa carriera, e quindi non è stato difficile fare una scaletta con i singoli che hanno identificato questi anni di attività. Non potevano mancare, tra gli altri, “T’innamorerai”, “Bella Stronza”, “Vaffanculo”, “Ci vorrebbe il mare”. Ho cercato di rimanere fedele alla mia carriera, senza distorcere quegli anni. Chiaramente tutto appartiene ai periodi in cui è stato prodotto. Semmai quello che ho modificato è la ridefinizione del suono, ma le emozioni, quelle no, quelle restano le stesse. E poi non mancherà anche un medley con il pubblico».


Come pensa sia cambiata la musica nel corso degli anni?
«Domanda difficile. Ogni brano ha le sue criticità. Allora mio zio mi disse che “Bella stronza” non gli piaceva proprio. Comunque la musica cambia anche a seconda della sua fruibilità, del supporto. Prima le cassette, poi i cd, ora nemmeno quelli. Cambia il budget, e questo influenza e non poco il settore. Poi anche il successo: ora si può raggiungere in breve tempo, mentre prima dovevi fare la gavetta. E ora, se non ti autoproduci, non è facile rimanere sulla cresta dell’onda». 


Trenta anni di carriera sono molti. Se guarda indietro cosa prova?
«Sono molto cambiato io stesso.

Prima avevo perso un solo genitore, ora entrambi. Quello che ho fatto e faccio ruota sempre attorno a quello che mi capita».


Ha scritto “Superbabbo”, il brano con cui Zoe Adamelli, 9 anni, ha vinto l’ultimo Zecchino d’Oro. Com’è stato?
«Mi mancava solo quello per fare il triplete. Lì vincere non serve per emozionarsi. Il brano l’ho scritto con Emiliano Cecere e Veronica Rauccio. È comunque stato bello esserci, ritrovare la purezza di questo lavoro che forse avevo un po’ smarrito. Lavorare con lo Zecchino d’Oro è stato un grande onore. Qui è stato un modo nuovo di arrangiare, qui c’è stata l’esperienza di sorridere, mi sono sentito un po’ “maestro”».


Nel futuro di Marco Masini?
«Si scrive sempre, a parte il periodo della pandemia. Vede se non si esce non si può fare esperienza e quindi anche questo lavoro ne risente molto. Garantisco a tutti, a lei e ai fan, che qualcosa di nuovo lo farò, ma non mi chieda quando lo farò uscire. Questa è una domanda che dovrebbe fare al Covid».


Quanto è stato brutto questo periodo?
«Lo è stato per tutti. Ho visto amici davvero in difficoltà. Siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi a ripartire».

Masini e le Marche? 
«Sono non in buoni, ma in ottimi rapporti. È una zona che quando ho attraversato un periodo difficile nella mia carriera, mi ha aiutato: suonando nelle piazze ho sentito l’abbraccio di voi marchigiani».

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