La Mascino torna in tv con “I delitti del BarLume”: «Anche a Pineta c'è il lockdown»

L'attrice anconetana Lucia Mascino in una scena con Filippo Timi
L'attrice anconetana Lucia Mascino in una scena con Filippo Timi
di Lucilla Niccolini
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Venerdì 8 Gennaio 2021, 07:10

ANCONA - Con lo sguardo attento e la risposta tagliente, Lucia Mascino torna a vestire i panni di Vittoria Fusco, il commissario dagli occhi di ghiaccio de “I delitti del BarLume”. Ottava serie, due nuove puntate, che saranno trasmesse l’11 e il 18 gennaio su Sky Cinema e in streaming su NOW TV. 
Quando le avete girate?
«Programmate per maggio, le riprese sono poi slittate a luglio. Siamo stati tra i primi a ricominciare, in Italia. E durante il lockdown, Roan Johnson, il regista che è anche sceneggiatore della serie, ha continuato a modificare il copione iniziale di queste due puntate. L’ha riscritto completamente, incalzato dall’attualità di ciò che stavamo vivendo in quei mesi». 

 
Così la pandemia entra nella piccola comunità di Pineta?
«Roan ha ritenuto opportuno rispecchiare nella fiction le ansie di questo evento epocale. L’ha fatto con ironia e molto garbo, cercando di esorcizzare le paure con un po’ di umorismo. Vi ritroviamo così i tic e le reazioni più comuni della comune clausura forzata». 


Qualche esempio? 
«I quattro vecchietti, che si adattano a giocare a carte sulla piattaforma Zoom. E poi, nella seconda puntata, io resto chiusa in casa, in quarantena, perché l’autista del questore Tassone è risultato positivo al Covid. Sono costretta a indagare da remoto». 


Durante le riprese a Marciana Marina, molte precauzioni sanitarie?
«Certo, ma rispetto alla prospettiva iniziale, di girare le due puntate online, ognuno da casa propria, con fondali fittizi, trascorrere un mese all’Elba è stata una liberazione, dopo il lockdown. Roan ha articolato la sceneggiatura in scene con due, massimo tre attori, in modo da tenere il debito distanziamento. E, naturalmente, il massimo controllo sanitario, tamponi per tutta la troupe, appena arrivati. Di conseguenza, abbiamo allargato le nostre conoscenze con le persone del luogo, tutte molto collaborative.

A Natale, il medico di base di lì mi ha mandato gli auguri».


Sempre tanta partecipazione, da parte degli elbani?
«Anche più del solito. Un’accoglienza festosa, e poi, da quando “I delitti del Barlume” va in onda anche su TV8, abbiamo conquistato più popolarità. Tanti turisti, molto incuriositi, ci hanno fermato, coccolato». 


Dopo otto edizioni della fiction, e in versione-pandemia, come è cambiata Vittoria Fusco? 
«Non molto, ma la nuova condizione di “quarantenata” la irrita: chiusa in casa, deve chiedere favori e servizi a tutti, non è autonoma, e deve assistere da lontano alle indagini di Massimo-Filippo Timi».


Al limite dell’isteria?
«In fondo no, resta una dura, riesce a far fronte con una certa fermezza. Non come me, che ho vissuto la reclusione di primavera con molta ansia».


Ritrovare i compagni di avventura-Barlume l’ha aiutata? 
«Il ritorno in pianta stabile di Filippo Timi è stato per tutti una gran festa. Si è rinnovato il piacere di vivere insieme un mese, quasi una vacanza con gli amici... a parte le alzatacce alle sei di mattina». 


Immutato anche il feeling con il regista Johnson? 
«In certi passaggi, Roan ci lascia liberi di improvvisare. Lui stesso lo fa, in questi ultimi episodi, nella parte di di Roby Falcucci, un tipo sospetto. Non era la prima volta, in un’altra stagione aveva fatto l’avvocato di Corrado Guzzanti. È sempre un po’ spiazzante, recitare accanto a lui, e non riuscire a capire se, intanto, sta seguendo anche te».


È di questi giorni la sua testimonianza per Ancona candidata a Capitale della Cultura 2022. Un tributo di affetto?
«Ho ricordi bellissimi dei momenti che mi hanno formato. Ancona, a occhi chiusi». 

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