L'anconetano Lorenzo Luccarini direttore di produzione del giallo Rai di successo “Blanca”: «E' stata un'esperienza galvanizzante»

L anconetano Lorenzo Luccarini direttore di produzione del giallo Rai Blanca
L’anconetano Lorenzo Luccarini direttore di produzione del giallo Rai “Blanca”
di Lucilla Niccolini
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Giovedì 23 Dicembre 2021, 04:50

ANCONA - È anconetano, il direttore di produzione di “Blanca”, il giallo Rai che martedì ha toccato, con l’ultima puntata, il 28% di share.
Lorenzo Luccarini, che esperienza è stata lavorare a questa fiction?
«Galvanizzante. Si è capito subito, dai ritmi impressi al racconto dai registi Jan Maria Michelini e Giacomo Martelli, dall’ambientazione, a Genova, e dalla colonna musicale, affidata al gruppo Calibro 35. Ed è stato esaltante girare con un’attrice vedente nel ruolo di una cieca. Maria Chiara Giannetta era chiamata a un compito molto particolare, difficile, per il quale ha avuto la consulenza di Andrea Bocelli. Un rapporto privilegiato: lui le ha dedicato molto del suo tempo, per farle capire le sensazioni di un non vedente alle prese con la vita di tutti i giorni. E lei è entrata nel personaggio, ha creato la normalità, ha assunto con disinvoltura un comportamento “naturale”, che però sfiora l’eccezionalità».

 
Una super eroina dei nostri giorni. 
«Per l’appunto questa era la difficoltà: non farne una persona che sembrasse dotata di poteri soprannaturali».
Girare a Genova, nel porto, per un anconetano. Che sensazioni?
«Il fatto di aver lavorato, anni fa, al porto di Ancona, mi ha agevolato con i problemi di logistica, com’era già successo a Napoli, a Cagliari. Genova è una città difficile, molto attiva, tutti lavorano, e difficilmente si fermano. Poi, volevamo girare alcune scene nella zona del ponte Morandi, senza turbare la sensibilità degli abitanti del quartiere Certosa: non avremmo mai potuto filmare omicidi dov’era avvenuta una tragedia così grande, che ha lasciato molte ferite aperte. Bisogna dire che gli abitanti si sono dimostrati molto accoglienti e collaborativi». 
Non dev’essere facile trasformare un porto in un set.
«Soprattutto a Genova, uno dei massimi scali del Mediterraneo. Ma abbiamo avuto sostegno e partecipazione da parte di tutti. Poi, abbiamo girato tante scene anche altrove, come per la seconda puntata, con invenzioni scenografiche, che ricostruiscono una dimora nobiliare, tra Palazzo Farnese di Caprarola e Palazzo Patrizi, a Roma. Ne è uscita una bella integrazione tra ambienti e atmosfere».
Parliamo degli interpreti? 
«Molti sono genovesi. Della Giannetta, conoscevo la bravura per avere lavorato con lei in “Buongiorno, mamma!”, in cui interpretava la parte di una ragazza in coma. È riuscita a dare a Blanca quell’atteggiamento fiducioso in mezzo ai pericoli, su e giù per i caruggi, dove nessuno ti nota, tutti presi dal loro lavoro, in un mondo distratto, irto di pericoli. E trovo interessante la resa di quello che lei vede, nella sua “camera nera” della mente, dove sono vividi i colori: lei continua a vederli».
Poi, c’è Linneo.
«Un portento, un bulldog americano, che non è un animale addestrato, ma ci ha colpito per la stazza e soprattutto per quello sguardo celeste, espressivo». 
Il suo mantello bianco e grigio contrasta gradevolmente con gli abiti colorati di Blanca.
«Si devono a una geniale costumista osimana, Monica Saracchini. Dovevano creare un forte impatto sul grigiore metallico del porto, e contro i panorami azzurrati, da togliere il fiato. Abbiamo colorato il suo mondo interiore, e quello esteriore. Genova non è sempre così vivace, l’abbiamo cercata».
Vi aspettavate tanto successo? 
«Ripeto, abbiamo avuto subito la sensazione di fare qualcosa di diverso. All’inizio è stata dura, in piena pandemia, con tutti gli impedimenti del caso. Ma c’è sempre stata molta sintonia, percepivamo un’energia magica, giorno dopo giorno».
To be continued?
«Se ne parla.

Intanto, sono tornato al mare: a Palermo, dove per la stessa Lux Vide giriamo “Viola come il mare”, con Can Yaman e Francesca Chillemi».

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