Fiumi, cascate, vortici e rapide, tanti vie dell'acqua nelle Marche per gli appassionati di escursioni

Una cascata lungo il sentiero Li Vurgacci a Pioraco
Una cascata lungo il sentiero “Li Vurgacci” a Pioraco
di Veronique Angeletti
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Giovedì 24 Giugno 2021, 09:30

ANCONA - Tra l’acqua e le Marche, c’è un patto speciale. Da vivere in un’infinità di luoghi incluso lì dove ha la sua massima espressione, le Grotte di Frasassi o la cascata del Rio nella Gola dell’Infernaccio. Tuttavia, le strade dell’acqua sono anche racconti di storie. Di uomini e di mulini, di boschi, di fauna e di flora, di un ecosistema fragile regno di spumeggianti cascate che seducono per il loro impatto e la loro bellezza.
Il borgo dell’acqua, così viene chiamato Pioraco, dove vie e viuzze fanno da scrigno alle rapide dello Scarsito che si butta nel Potenza. A ridosso del paese, per essere precisi dietro a un’edicola in stile neogotico, c’è un sentiero. Si chiama “Li Vurgacci”. Non è molto lungo, ma è incantevole perché si snoda tra cascate, vortici, resti romani e addirittura raggiunge la “fossa dei mostri”, una piazzetta naturale dove lo scultore Ciccarelli ha scolpito suggestive facce. Munirsi comunque di scarpe con suole antiscivolo.
Una bella novità è la “Via delle Cascate perdute” a Sarnano. È un sentiero immerso nella natura, che parte da Piazza Perfetti e dopo circa 6 km, ma con un dislivello di soli 80 metri, fa “vivere” in sequenza le “Tre cascate nascoste” del fiume Tennacolo. Si chiamano così perché fino all’anno scorso erano celate da una fitta vegetazione. La prima si chiama la cascata dell’Antico Mulino, poi c’è quella de “Lu Vagnatò” e, infine, le Cascatelle. Per chi ama le passeggiate più impegnative, le “Cascate di Soffiano”. Sono nella forra del Rio Terro e per raggiungerle si attraversa un bosco. Un trekking urbano se lo meritano le “Cascate del Sasso” nel paese di Sant’Angelo in Vado. Un salto alto 12 metri, ampio 60 e, a Sassoferrato, le “Cascate della Marena”, sotto al Ponte di Santa Maria, dove confluiscono i torrenti Marena e Sanguerone ed il fiume Sentino. Possibile visitare un mulino del 1300. (Info iat Sassoferrato). Poco distante, alle falde del Monte Cucco, c’è lo “Sturo della Piscia” di San Felice di Fabriano. Un salto naturale di più di 15 metri. Si parte da Piaggiasecca (www.caifabriano.it).
Un bagno è possibile nella conca scavata dalla “Cascata della Forcella” a Roccafluvione.

Accesso dal sentiero davanti alla chiesa di San Giovanni Battista curato dagli “Amici di Forcella”. Dalla conca ci sono altri due salti. Le acque finiscono nel lago di Colombara. Da vedere, anche la “Cascata di Capo Parato”. Il sentiero è dietro al ristorante “Vecchio Mulino” curato da pescatori e dai volontari dell’Ecomuseo del Monte Ceresa. Particolarmente suggestive le “Cascate del Ponte Tasso” poco distante da Castel Trosino, frazione di Ascoli Piceno. Come lo sono le “Cascatelle del Ponte Romano dell’Intagliata” a Cingoli. Nascono dai cambi di livello del Musone. Un altro paradiso, le “Cascate di Statte” a Caldarola (Lat. 43.13752 – Lng. 13.161958).

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