Fantasy, fantascienza ma anche gialli di autori italiani, così l'Italia ritorna a leggere

Quest’anno il 23 aprile festeggia la nuova vita del libro, un ritorno di fiamma
Quest’anno il 23 aprile festeggia la nuova vita del libro, un ritorno di fiamma
di Lucilla Niccolini
4 Minuti di Lettura
Venerdì 23 Aprile 2021, 09:08

ANCONA - Dedichiamo la Giornata mondiale del Libro a chi è convinto che “il libro è morto”, sotto il fuoco amico di web e social network. Mai come quest’anno il 23 aprile festeggia la nuova vita del libro, un ritorno di fiamma. Ce lo dicono i dati: in crescita le vendite e in aumento il numero degli scrittori.

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«Uno dei migliori anni della nostra storia»: a parlare è Michele Silenzi, responsabile di LiberiLibri, una piccola, prestigiosa casa editrice di Macerata. «Nessuna crisi. Non parlo solo della narrativa, che non è il nostro settore di punta, ma anche della saggistica, che ci contraddistingue da sempre».


E allora, se è credibile il paradosso, secondo cui “in Italia ci sono più scrittori che lettori”, devono essersi infoltite, assieme alle file di chi legge, anche quelle di chi scrive. «Un fenomeno da studiare, macroscopico anche dal nostro osservatorio di provincia: quest’anno, le nostre scrivanie si sono riempite di manoscritti». Proviamo a indovinare il tema: le conseguenze, fisiche e psichiche, della pandemia, sfoghi e testimonianze, autobiografie scatenate dalla paura di ammalarsi, di morire? «A parte qualche eccezione, l’argomento non è il virus, né le sue conseguenze. Prevale il genere fantasy, oppure la fantascienza. Probabilmente – continua Silenzi - l’isolamento e la reclusione in casa, la perdita di lavoro o lo smart working hanno creato spazi più ampi di tempo libero, facilitando l’introspezione, la riflessione, l’immaginazione».


Un libro ci salverà? «Come la tragedia per Aristotele, offre una catarsi, una purificazione». Naturale chiederlo anche a Fabio Stassi, scrittore di successo, il “padre” di Vince Corso, il protagonista di libri come “La lettrice scomparsa” e “Uccido chi voglio”, che per sbarcare il lunario si è inventato il mestiere/missione di biblioterapeuta. «La letteratura insegna a non perdersi d’animo, presentandoci personaggi che hanno attraversato momenti complessi».

Come questo, presente: cosa consiglia il biblioterapeuta? «Di tornare alla poesia, da cui l’arroganza da “homo oeconomicus” ci ha allontanato, in quanto gratuita e inutile. Lo scrittore brasiliano Paulo Leminski la chiamava “inestimabile inutensìle”». I poeti più “terapeutici”? «Tutti, a cominciare da Dante, il paladino della virtù salvifica, salutare della poesia, da traguardare in filigrana nella figura di Beatrice». Per ritrovare il senso della vita. «E le parole vere, autentiche, scarnificate: è quello che un poeta fa per tutta la vita, restando chiuso nelle sue stanze, lontano dalla folla. Un libro di poesie può leggersi una pagina al giorno, lasciato in cucina, o sul comodino, sfogliato a caso, per trovarvi schegge di grazia».


«“Livre de chevet”, la raccolta poetica ha avuto in quest’anno un successo impensabile», conferma Milva Tolentinati. «Credo che abbia funzionato da valvola psichica per tanti, tra cui moltissimi giovani. Poi, tra i best seller in tempo di virus - continua la direttrice de LaFeltrinelli di Ancona – abbiamo registrato i gialli di autori italiani». Oltre che “trainati”, alcuni di essi, dalla trasposizioni televisive, sono serviti da evasione, sfogo della tensione reale in crisi immaginarie. «E poi, romanzi come “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valérie Perrin, e “Finché il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi, in cima alle classifiche da oltre un anno: pur drammatici, danno un filo di speranza». Anche ai più giovani? «Loro preferiscono i manga, che sono andati a ruba, con un incremento di vendite esponenziale. Parlano dei loro problemi di adolescenti: l’amore, il sesso, i rapporti amicali, l’ambiente». Mai venduta tanta letteratura per bambini, come quest’anno. «Non regali formali, ma volumi scelti per la loro qualità, per quello che insegnano». La riscoperta del libro. «Non a caso, durante le ultime chiusure, solo le librerie erano aperte, con gli alimentari e le farmacie». Un libro è cibo e medicina.

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