Giornate Fai di Primavera, il 26 e 27 marzo nelle Marche riaprono 65 gioielli e per 22 sarà necessaria la prenotazione

Piazza Unità d’Italia a Montecassiano FOTO EGIDIO PICCHIO/UFFICIO STAMPA
Piazza Unità d’Italia a Montecassiano FOTO EGIDIO PICCHIO/UFFICIO STAMPA
di Roberto Senigalliesi
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Venerdì 18 Marzo 2022, 09:49

ANCONA - Tornano, sabato 26 e domenica 27 marzo, le Giornate Fai di Primavera, che quest’anno compiono 30 anni di vita, momento imperdibile dedicato alla conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Oltre 700 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in 400 città saranno visitabili a contributo libero, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi Fai attivi in tutte le regioni (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione consultabili su www.giornatefai.it).

Dal 1993 a oggi, 14.090 luoghi di storia, arte e natura aperti in tutta Italia, visitati da oltre 11.600.000 di cittadini, grazie a 145.500 volontarie 330.000 studenti “apprendisti Ciceroni”. 


Quest’anno il Fai ha scelto di esprimere in maniera esplicita la vicinanza e la solidarietà con il popolo ucraino esponendo i colori della sua bandiera in tutta la comunicazione e nei beni oggetto di visita, attivando anche un finanziamento per il recupero di un’opera d’arte del patrimonio culturale ucraino non appena cesserà la guerra e sarà avviata la ricostruzione del Paese.


Nelle Marche saranno 65 le aperture (61 nell’ultima edizione).

Solo per 22 luoghi si è scelta l’opzione delle prenotazioni, solo 2 saranno aperture riservate agli iscritti. Tante, dunque, le proposte per i visitatori, varie ed originali. Citiamo la Rocca del Duca Federico da Montefeltro a Cagli, il Borgo di Montefabbri (Vallefoglia), l’orto botanico dell’università Carlo Bo ad Urbino, il borgo di Montecassiano, la Chiesa del Gesù ad Ancona, il Palazzo Comunale di Osimo, il feudo dei Della Rovere a Senigallia, l’antica farmacia Fatebenefratelli a Jesi, il villino Conte – Staffieri a Porto Sant’Elpidio. E poi la Fortezza Pia e l’Elettrocarbonium (area ex Sgl Carbon) ad Ascoli Piceno, il Mulino Sisto V e il borgo di Montalto.

Sarà possibile fare una passeggiata in uno dei luoghi più colpiti dal terribile sisma del 2016: a Capodacqua di Arquata i visitatori potranno osservare da vicino l’oratorio della Madonna del Sole, monumento adottato dal Fai all’indomani della prima scossa con una raccolta fondi nazionale a favore del monumento, cui hanno risposto tanti italiani donando 380mila euro, che si sommano al contributo del Ministero della Cultura per 490mila euro, per coprire il costo complessivo del progetto di recupero.


«Mai come in questo anno le Giornate Fai di Primavera – afferma Alessandra Stipa, presidente Fai Marche - vogliono costituire un momento di distensione e allentamento della tensione accumulata per due lunghi anni di pandemia, sfociati in un’altra dolorosa guerra in territorio europeo, dopo le tensioni balcaniche del secolo scorso. Segnalo anche Villa Severi con le sue provocazioni e innovazioni culturali, il Parco Archeologico di Suasa, luogo del Cuore che ha ottenuto il finanziamento dal Fai per la pulizia dei mosaici della Domus dei Coiedii, una grandiosa villa romana di oltre tremila mq. Ci sono anche luoghi industriali dismessi, fulcro economico di un’intera cittadina per oltre mezzo secolo come l’Elettrocarbonium ad Ascoli Piceno. La novità di questa edizione – conclude - è che accanto ai giovani Ciceroni delle scuole, ancora frastornate dalla pandemia, studiosi di storia dell’arte, architetti, storici locali, oltreché guide professionali hanno trovato il tempo e soprattutto il desiderio di essere accanto al Fai e alle delegazioni in questo sforzo di narrare i beni, la loro storia e il contesto nel quale sono inseriti».

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