Occhio alle crisi ipoglicemiche che colpiscono spesso senza preavviso, è importante avere dietro il glucagone per far fronte alle forme severe

La misurazione della glicemia
La misurazione della glicemia
di Daniele Pallotta
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Martedì 4 Gennaio 2022, 10:53

ANCONA - Succede durante lo shopping, a scuola, al lavoro o anche durante l’attività fisica. La crisi ipoglicemica, dovuta a un calo di zuccheri nel sangue, spesso coglie di sorpresa anche chi dovrebbe essere preparato. Lo dice anche una recente indagine online, condotta su di un campione di quasi seicento pazienti diabetici e familiari di questi, alla quale è stata associata la campagna di informazione “Ipoglicemia, non farti sorprendere”, promossa da Diabete Italia Onlus e Portale Diabete con il patrocinio dell’Amd, l’Associazione Medici Diabetologi, della Sid, la Società Italiana di Diabetologia, e della Siedp, la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, e con il supporto di Lilly. 


Anche chi soffre di diabete, pur conoscendo il valore minimo di zucchero nel sangue al di sotto del quale si parla di ipoglicemia, vale a dire 70 mg/dL, spesso o controlla solo saltuariamente o addirittura mai prima di uscire di casa questo valore che può risultare anche di vitale importanza. Solo un malato su due se ne preoccupa. Inoltre anche se hanno sempre con sé l’occorrente di base per gestire un’improvvisa crisi ipoglicemica, come caramelle, zucchero e bevande, i malati di ipoglicemia in quasi l’80 per cento dei casi dimenticano il glucagone, l’unica risorsa efficace per far fronte alle forme severe di attacco. 


L’indagine, presentata a specialisti, pazienti e caregiver, evidenzia tra una quota rilevante di pazienti diabetici una conoscenza non ancora adeguata o una sottovalutazione dell’ipoglicemia, la più importante complicanza acuta del diabete di tipo 1 e 2, un rapido abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue che, se non gestito con rapidità ed efficacia, può portare alla perdita di coscienza e al coma. Aiutare i pazienti e caregiver a riconoscere per tempo i segnali dell’ipoglicemia, intervenire subito con la somministrazione di zucchero nelle forme lievi e nelle forme severe somministrare il glucagone per via sottocutanea o intramuscolare, e a breve in spray nasale, è l’obiettivo della campagna, in corso da circa un anno . 
I dati
«I dati della ricerca - dichiara Rita Stara, membro del Comitato Diabete Italia Onlus - confermano che tuttora almeno un terzo delle persone affette da diabete non ha un buon controllo della malattia e la metà di questi non ne ha consapevolezza.

Tutto questo ci mette di fronte ad una realtà: non si parla abbastanza di diabete e di ipoglicemia, fattore di rischio ampiamente sottovalutato. Disarmante poi il dato secondo cui l’80% dei pazienti non porta con sé il glucagone perché se ne dimentica o addirittura non lo conosce. È, quindi, urgente proseguire con interventi capillari di informazione reiterati nel tempo per sopperire a questo grande vuoto e bisogno di conoscenza».


L’esatto valore sotto il quale si possono manifestare i sintomi di una ipoglicemia è sconosciuto a oltre il 27% del campione, esposto così a un rischio maggiore di farsi sorprendere dall’ipoglicemia. «Se è confortante il dato che la maggioranza del campione sappia che il valore sotto al quale può verificarsi un episodio ipoglicemico è 70 mg/dL, preoccupa invece la quota di pazienti che ignorano questo dato e anche di quelli che non conoscono il valore soglia dell’ipoglicemia grave, inferiore ai 50 mg/dL – sottolinea Daniela D’Onofrio, direttrice di Portale Diabete –. Sicuramente è incoraggiante che oltre il 70% dei pazienti diabetici porti con sé l’occorrente per gestire la crisi ipoglicemia, che sia zolletta di zucchero, caramelle, succo di frutta, ma non dobbiamo dimenticarci di quel 18,6% che mai o quasi mai ha con sé queste risorse adducendo motivi come: “dimenticanza”, “non lo ritengo necessario”, “non mi è mai capitato”. Una crisi ipoglicemica può capitare in qualunque momento e all’improvviso e non bisogna lasciarsi sorprendere».

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