Le bambole empatiche eroine dei nostri tempi, quelle di pezza sono evergreen

Le bambole, rassicuranti e consolatorie
Le bambole, rassicuranti e consolatorie
di Veronique Angeletti
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Venerdì 5 Marzo 2021, 12:38

ANCONA - Negli Stati Uniti dilaga il “Dolls hackings” ossia la moda di cambiare i connotati alle bambole per renderle più naturali. Non è un rimprovero alle bambole perfette dalle misure “sexy” irraggiungibili anche con diete severe, ma un “no” a quelle bambole troppo truccate per renderle più “acqua e sapone”. Le armi le abbiamo tutti in casa, basta prendere un batuffolo di cotone, il solvente per le unghie e il pettine per domare le vistose pettinature. C’è anche un manuale per il re-styling da scaricare sul sito “Tree Change Dolls”.


Il fenomeno comunque è tale che addirittura ci sono mamme, come la canadese Wendy Tsao, che non si accontentano di dare l’aspetto di “ragazzine” alle bambole, ma aggiungono dettagli per trasformarle in donne reali. Anzi, in eroine dei giorni nostri. Di fatto, prende come modelle delle scienziate, delle astronaute e pure premi Nobel.
Un altro trend è il grande ritorno delle bambole di pezza anche se non sono mai del tutto scomparse. Tuttavia, oggi, si chiamano “bambole empatiche” perché ci si è resi conto che hanno la capacità di sviluppare una comunicazione del tutto diversa dalle molte accessoriate bambole rigide di plastica. Che la bambola di stoffa sia un evergreen lo conferma l’hobbista Enrica Giovannini che, nelle sue “ZiaChiccaCollezioni”, ha messo la propria manualità a disposizione di “bimbe” cresciute. Realizza bambole di stoffa da collezione “tailor made” ricche di particolari. Cucite sulle loro personalità.


«Va ricordato – entra nel merito la psicoterapeuta Elena Mattioli di Senigallia - che la bambola e il pupazzo in generale, espletano la funzione di oggetto transizionale che accompagna il bambino in tenerissima età nei momenti di separazione dall’adulto di riferimento.

Hanno un ruolo rassicurante e consolatorio. Hanno altresì una funzione di rispecchiamento nella misura in cui il bimbo vi proietta i propri vissuti momentanei (che siano gioia, tenerezza o rabbia e frustrazione). I materiali non plastici con cui alcuni di questi amici dell’infanzia vengono realizzati permettono di sviluppare la sensibilità tattile nel distinguere i diversi tessuti o la diversa consistenza delle varie parti».


È proprio la consistenza della stoffa all’origine di un legame diverso. Le bambole sono leggere, morbide e, quindi, facili da portare ovunque e il viso ha una dolcezza che crea forti e positive emozioni, suscitano affetto, stimolano la voglia di occuparsene. Nelle bambole Warldorf ad esempio, quelle studiate dal filosofo, pedagogista e riformista sociale austriaco Rudolf Steiner, i tratti sono solo accennati proprio per lasciare spazio all’immaginazione. È il bimbo che sceglie di associare al viso le espressioni che preferisce. Farne una a casa è un “atto d’amore” sostiene la blogger Silvia Basso che lo spiega nel sito www.123marameo.wordpress.com/2014/08/24/tutorial-bambola-waldorf/.

L’importante comunque è ricordarsi di usare tessuti e materiali naturali, meglio ancora biologici, e preferire un’imbottitura con della lana cardata che sviluppa calore quando si abbraccia la bambola. Infine tenere sempre a mente che i piccoli si mettono tutto in bocca.

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