Da Artemide ad Atena e Afrodite, le dee greche sono un modello fondamentale di comportamento femminile anche ai nostri giorni

Un dipinto con la dea Afrodite
Un dipinto con la dea Afrodite
di Anna Maria Morsucci
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Venerdì 5 Marzo 2021, 12:37

ANCONA - Artemide, Atena, Estia, Era, Demetra, Persefone, Afrodite. Sono solo alcune delle dee dell’Olimpo greco alle quali corrispondono diversi modi di vivere il femminile. Nonostante siano passati molti secoli le dee greche rappresentano infatti ancora oggi dei modelli fondamentali di comportamento e di situazioni umane in cui possiamo riconoscere noi stessi e le persone della nostra vita.

Sono archetipi, come li ha definiti lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung: modelli di comportamento istintuali e di situazioni comuni a tutta l’umanità. Per questo i miti, così come le fiabe, sono capaci di rivelare “verità” eterne sulla psiche umana. Guardando alle dee greche, alcune dee più tendenti al maschile, altre più vicine al ruolo di madre, moglie e figlia. Per esempio, le tre dee vergini Artemide, Atena ed Estia rappresentano la qualità femminile dell’indipendenza e dell’autosufficienza: la capacità della donna di concentrarsi in modo autonomo su ciò che è importante.

Rispetto alle altre dee sono quelle che, più facilmente, possono combattere contro i miti negativi. Era, Demetra e Persefone sono invece dee più vulnerabili: incarnano i ruoli tradizionali di moglie, madre e figlia. Sono figure simboliche che hanno bisogno di appartenenza e di legame ma sono anche una rappresentazione della grande ricchezza che nasce dal rapporto con l’altro, anche se, alla fine, rischiano di farsi sopraffare dal maschile che le vuole inferiori e dipendenti. Afrodite è la dea alchemica che emana bellezza, sensualità e amore. Stringe relazioni per sua scelta e non è mai vittima di nessuno. Simbolo della donna che cerca nei rapporti l’intensità e sa tenere in considerazione il processo creativo. 


«Ad ogni archetipo di dea», spiega Eleonora Boscarato, studiosa di astrologia e fisiognomica che domenica 7 marzo terrà una conferenza su zoom proprio sulle dee greche «corrispondono determinate caratteristiche fisiche e comportamentali.

Espressioni caratteristiche nel corpo, nella psiche e nell’anima». Per esempio Artemide (Diana per i romani) è la dea della caccia e della luna che vive libera nei boschi. Per questo tipo di donna l’impegno è tutto concentrato su un obiettivo; non è escluso che rimanga nubile o che preferisca gli amici e gli animali alla convivenza o al matrimonio. Atena (Minerva per i romani) era la dea greca della saggezza e dei mestieri e indossava una corazza e l’elmo. Come la dea, la donna Atena ha un aspetto sobrio ed è sempre molto vestita. Come la dea mantiene il sangue freddo e sa mettere a punto strategie per emergere.

La sua intelligenza è agganciata alla dimensione pratica. Estia (Vesta per i romani), dea del focolare, è poco rappresentata con sembianze umane ma la sua presenza si avvertiva nella fiamma viva che veniva posta al centro della casa. Nel mito fu inghiottita dal padre Cronos insieme ai fratelli e fu l’ultima a uscire dalle sue viscere. Così, la donna in cui è prevalente questo archetipo è silenziosa, sta bene da sola e non è invadente, la sua presenza dà un senso di pace ma fa fatica a farsi valere a non farsi fagocitare dagli altri.


«In molti anni dedicati all’osservazione allo studio degli archetipi e pratica su un gran numero persone - aggiunge Boscarato che conduce questo lavoro di ricerca insieme al marito Marino Cortese, anche lui studioso di fisiognomica - ho avuto modo di verificare quanto dei e dee siano più che mai vivi e presenti in ognuno di noi. E c’è sempre qualche divinità che prevale al nostro interno. Nella nostra vita di tutti i giorni si è però purtroppo persa la percezione cosciente di questo universo archetipico. Conoscere e comprendere gli archetipi significa invece prendere in mano la nostra vita e diventare autori, registi e attori della nostra esistenza».

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