La Turba di Cantiano, un'emozione
che affonda le radici nell'anno Mille

La Turba di Cantiano, un'emozione che affonda le radici nell'anno Mille
2 Minuti di Lettura
Venerdì 30 Marzo 2018, 11:47
Quest’anno la Turba sarà rappresentata stasera a partire dalle 20. La nuova edizione della sacra rappresentazione trae origine dai movimenti popolari di invocazione alla pace che si diffusero in terra di Marche ed Umbria intorno alla metà del XIII secolo, portati sulle strade e nelle piazze dalle genti più umili e in condizioni di miseria, stanche delle continue lotte tra guelfi e ghibellini.
Il carisma di S. Domenico Loricato
La tradizione locale, la farebbe risalire come movimento espiatorio a prima ancora del Mille, al carisma di San Domenico Loricato monaco eremita dell’importante cenobio appenninico di Fonte Avellana, che fu discepolo di San Pier Damiani e che si disciplinava continuamente passando per gli eremi limitrofi, intorno al Catria. Nella tradizione storica si narra invece che per rivelazione divina, che anticipava un gravissimo imminente flagello dal cielo attorno al 1260. Uomini e donne di ogni età si riunirono in processioni ed invocando la santa intercessione della Vergine Madre di Dio, presero a percorrere le strade dell’Umbria spingendosi a nord, attraverso le Marche, fino in Romagna.
 
Penitenti e imploranti
Anche Cantiano accolse in quell’anno la “turba” dei penitenti ed imploranti di ogni età e condizione implorando il perdono, invocando la pace e la fratellanza. Si formò così anche a Cantiano la Compagnia dei Battuti. Riformata intorno al 1440 per volontà di San Bernardino da Siena - in quegli anni presente nel Ducato d’Urbino - prese il nome di Compagnia del Buon Gesù; veniva disposto nelle sue regole che il mattino del venerdì Santo i fratelli si preparassero “ … a gire col sacho per le chiese in memoria de la passione de Christo … ”. Nello sviluppo della processione, che con il tempo accolse la figura di Cristo insieme a quelle degli attori nel ruolo dei personaggi biblici principali della Passione e dell’intera Storia della Salvezza, prese corpo la Sacra Rappresentazione della Passione con la ripetizione delle ritualità, dei personaggi, dei dialoghi, dell’azione. La manifestazione unisce elementi teatrali suggestivi, dove l’intero nucleo abitativo storico del paese diventa enorme scena all’aperto fondendo la ricostruzione scenografica con gli elementi architettonici ed orografici.
 
La mimica cede il passo
Quella che oggi vediamo non è più la stessa che per tanti secoli i cantianesi videro snodarsi lungo le vie del paese. Il rinnovamento ha permesso che la parola sia andata a sostituire la mimica e la recitazione dei passi salienti del Vangelo rende più immediata la comprensione dei fatti narrati. Immutate sono, comunque, le caratteristiche popolari delle origini che non si discostano granché dalla tradizione dei misteri medievali. La sua validità come spettacolo popolare non si può disconoscere: originariamente destinata ad un pubblico locale la manifestazione si offre oggi ad una platea assai più vasta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA