Da Offida a Bovino tra sacro e profano
seguendo D'Annunzio e Federico II

Da Offida a Bovino tra sacro e profano seguendo D'Annunzio e Federico II
di Saverio Spadavecchia
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Venerdì 12 Gennaio 2018, 13:41
Sacro e profano. Tradizioni antiche che non vengono abbandonate. Dai vini marchigiani, passando per Gabriele D’Annunzio fino ad arrivare alla tracce lasciate da Federico II in Puglia.
 


1 La terra dei merletti
Terra di vino, merletti e tradizioni antichissime, Offida è una splendida cittadina da visitare alla scoperta di ogni angolo. Il museo del merletto a tombolo si trova all’interno dell’ottocentesco palazzo De Castellotti–Pagnanelli che, dal 1998, ospita anche il museo archeologico Allevi, il museo delle Tradizioni Popolari e la Pinacoteca comunale. Un polo assolutamente unico e da visitare senza ombra di dubbio. Vicino alla chiesa dell’Addolorata troviamo la chiesa del Suffragio che evidenzia una struttura a pianta rettangolare. Presenti anche i resti di un affresco deteriorato, attribuito a Simone De Magistris (1534-1600), raffigurante Sant’Antonio. Ora 90 km circa verso Pescara.
 
2 La città di D’Annunzio
Subito da vedere a Pescara la casa natale di Gabriele D’Annunzio in corso Manthoné 116. L’abitazione è un palazzo settecentesco che apparteneva alla famiglia e che conserva l’arredamento dell’epoca. Mobili, oggetti, fotografie e ricordi appartenuti a Gabriele D’Annunzio e ai suoi famigliari. Sono presenti anche delle opere di Francesco Paolo Michetti e di altri artisti locali. La casa-museo comprende nove stanze che ripercorrono la vita del poeta, con pareti finemente decorate, che, di tanto in tanto, riportano frasi tratte dalle sue più famose opere. Di notevole interesse anche il museo “Basilio Cascella”, per mezzo secolo centro di produzione grafica e artistica e luogo d’incontro per intellettuali del calibro di D’Annunzio, Pirandello, Grazia Deledda e molti altri. Donato da Basilio Cascella nel 1966 al comune di Pescara che nel 1975 vi aprì un museo dedicato all’artista. La raccolta ospita le opere pittoriche, scultoree, ma anche grafiche e plastiche, dello stesso Basilio e degli altri componenti della famiglia di artisti dei Cascella. Ora 170 km lungo la dorsale appenninica fino a San Massimo.
 
3 San Massimo
Il centro storico di San Massimo conserva ancora alcune testimonianze dell’epoca medievale come le mura perimetrali del castello. Piuttosto interessante la chiesa di Santa Maria delle Fratte che presenta un portale goticheggiante con un arco ogivale al cui apice appare lo stemma dei cavalieri di Malta, ai quali appartenne la chiesa. Di notevole interesse la frazione di Campitello Matese, celebre in tutto il centro-sud Italia tra gli sciatori. Con cielo limpido è possibile osservare – dalla cima del monte Mileto a 2.000 metri circa di altezza - lo spettacolo mar Tirreno, ad ovest, del mare Adriatico, ad est, del tavoliere delle Puglie a sud e delle Mainarde a nord-est. 170 km verso Monte Sant’Angelo.


 
4 Monte Sant’Angelo
Subito da vedere nel comune garganico il santuario di San Michele. Patrimonio Unesco dal 2011, antico centro di culto d’epoca romano-bizantina che raggiunse una grande notorietà nel VII secolo in epoca longobarda, divenendo uno dei maggiori centri di pellegrinaggio d’Europa dedicato al culto dell’arcangelo-guerriero S. Michele, particolarmente venerato dalle popolazioni nordiche come i Normanni, il santuario assunse la configurazione attuale nel XIII secolo durante il regno di Carlo I d’Angiò. Il santuario è custodito oggi dai padri micaeliti. Molto caratteristici i quartieri storici, a partire dal rione grotte. Quartiere storico, in seguito chiamato anche di Sant’Apollinare (per la presenza del Tempio cattolico presente nel rione), è costituito da abitazioni basse, scavate nella roccia. In tale quartiere vi abitava la parte della popolazione più povera di Monte Sant’Angelo. Di tutt’altro tipo il rione Carmine, che prende il nome dalla chiesa presente in esso (Chiesa dedicata alla Madonna del Carmine). Il rione è caratterizzato da case a schiera che guardano al golfo di Manfredonia. Ultima tappa 90 km verso Bovino.
 
5 Tappa finale a Bovino
Ultima tappa Bovino. Subito da vedere palazzo ducale, che fu costruito durante la dominazione normanna per poi essere ampliato dallo “jesino” Federico II di Svevia. La torre circolare ha mantenuto le forme originarie della prima edificazione normanna. Palazzo ducale ospita al suo interno il Museo diocesano, che conserva il tesoro della cattedrale oltre a paramenti sacri. Della costruzione normanna è ancora visibile la massiccia torre cilindrica, che si innesta sullo spigolo dell’antico cassero, posta “a cavaliere” su uno sperone tronco piramidale. Addossato alla facciata esterna del palazzo si trova il bellissimo giardino pensile.
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