Da Moresco a Potenza, sulle orme
dell'esercito di Vittorio Emanuele II

Da Moresco a Potenza, sulle orme dell'esercito di Vittorio Emanuele II
di Saverio Spadavecchia
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Venerdì 10 Novembre 2017, 14:45
Tra borghi, castelli e panorami atipici fino a Potenza. Un viaggio alla scoperta di radici in alcuni casi poco note. Tra storia romana, normanna e borbonica.


 
1- Il borgo di Moresco
Un borgo perso nel tempo, abbracciato da mura, ha forma triangolare con al vertice l’imponente torre a sette lati del dodicesimo secolo. Costruita originariamente come torre di avvistamento e di difesa, ha subito nel corso dei secoli numerose e profonde modifiche strutturali. Al suo interno è stata costruita una moderna scala per salire sulla sua sommità dalla quale godere una stupenda veduta dell’intero paesaggio delle colline, delle valli e dei paesi picentini. L’altra torre, detta dell’orologio, risale al ‘300, sovrasta la vecchia porta di accesso al castello ed è affiancata da un elegante portico cinquecentesco che è senza dubbio da visitare.
Moresco vanta una sala consiliare tra le più belle della provincia. Vi è custodita la grande pala d’altare di Vincenzo Pagani, autore anche dell’affresco sotto il portico della piazza che era la navata sinistra della chiesa di Santa Maria in Castro, demolita e sostituita dalla Parrocchiale di San Lorenzo. 65 km. Prima tappe verso Civitella del Tronto
 
2 - Civitella del Tronto
Oltre alla storica fortezza, teatro di uno dei momenti più intensi per l’Unità d’Italia, Civitella deve essere visitata anche per la collegiata di San Lorenzo della fine del XVI secolo, a croce latina e con la facciata a doppia coppia di lesene trabeat. All’interno custodisce notevoli dipinti del XVII secolo. Quasi contemporanea è la chiesa di San Francesco, recentemente restaurata, con la sua torre campanaria, il pregevole rosone della facciata, l’interno barocco. Pillole di storia: il 26 ottobre 1860, dopo aver attraversato l’Emilia-Romagna e le Marche, l’esercito di Vittorio Emanuele II strinse d’assedio Civitella: i soldati borbonici resistettero per ben duecento giorni. Civitella continuò a combattere, resistendo fino al 20 marzo 1861, quindi tre giorni dopo che fu sancita l’Unità d’Italia. Ed ora 145 km. attraverso il Gran Sasso verso Pettorano sul Gizio.
 
3 - Pettorano sul Gizio
Nato in età medievale è stato avamposto normanno e vi fu costruita una torre di avvistamento nel dodicesimo secolo. Nel XIII secolo il feudo passò a Carlo d’Angiò che fortificò il borgo e ampliò il castello. Il mastio fu dotato di una pianta quadrangolare con quattro torri circolari e una quadrata al centro della struttura. Nel XV secolo passò ai Caldora e nel secolo successivo ai Cantelmo di Popoli. Il centro è stato devastato dal terremoto del 1706, e ricostruito sotto forma di borgo settecentesco. In epoca recente il centro ha riscoperto una nuova fonte economica riguardo al turismo. Di grande interesse Castello Cantelmo, parte di un sistema di fortificazione comprendente i castelli circostanti. Il castello attualmente è un centro visita della Riserva naturale regionale Monte Genzana Alto Gizio. Ospita 4 mostre permanenti tra cui “Antologia della pietra: eremi e castelli d’Abruzzo”. Ora 260 km verso Venosa.
 


4 -La città unica di Venosa
Una città unica, che raccoglie storie che partono dal parco archeologico dove si possono visitare le terme romane, resti di domus e l’anfiteatro. Gli scavi hanno inoltre riportato alla luce una domus patrizia del I secolo d.C. detta casa di Orazio. Presenti poi le catacombe ebraiche con una serie di ipogei scoperti nel 1853 e un sito paleolitico. Del castello longobardo rimane poco, mentre la mole possente del castello aragonese edificato a partire dal 1470 da Pirro del Balzo veglia ancora sulle vicende del borgo antico. Ma è la chiesa Incompiuta della Trinità, suggestiva sinfonia di pietra che seduce per il suo non-finito, il vero simbolo di Venosa. Ultima mossa: 50 km verso Potenza.
 
5 - L’arrivo a Potenza
Nonostante sia stata in gran parte ricostruita in seguito ai terremoti che l’hanno colpita nel corso dei secoli (l’ultimo nel 1980), Potenza conserva importanti testimonianze del passato. Tra i monumenti da visitare il duomo, costruito nel XII secolo e rimaneggiato in epoca neoclassica, che conserva pregevoli opere d’arte. Poi la torre Guevara, traccia di un antico castello medievale, la villa romana di Malvaccaro, caratterizzata da alcuni pregevoli mosaici e l’edicola di San Gerardo, un piccolo tempietto eretto nel XIX secolo per ospitare una veneratissima statua del Santo. Visita d’obbligo al museo archeologico nazionale e a quello provinciale, in cui sono conservati reperti legati alle vicende storiche della città. Merita anche la “Madonna del Rosario e quindici misteri” e la chiesa di S. Maria del Sepolcro, risalente al XII secolo.
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