Nei borghi da leggenda dal castello
di Gradara fino ai liutai di Cremona

Nei borghi da leggenda dal castello di Gradara fino ai liutai di Cremona
di Saverio Spadavecchia
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Venerdì 17 Novembre 2017, 13:39
Dall’Inferno vissuto da Paolo e Francesca in quel di Gradara ai trilli dei violini di Guarneri e Stradivari. Un viaggio tra cultura e borghi resi celebri da leggende e uomini, prima di arrivare a Cremona, città Unesco.


 
1 -Gradara e il suo castello
La “città” di Paolo e Francesca, la rocca dove la leggenda vuole che all’interno di essa trovarono la morte Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, uccisi per gelosia dal fratello di Paolo, Gianciotto Malatesta. La storia antica di Gradara è strettamente legata alle vicissitudini del suo castello, soggetto nei secoli al dominio delle famiglie Malatesta, Sforza, Della Rovere e dei Mosca. Ecco quindi l’impossibilità di scindere la storia di uno dei borghi più belli della Marche e dell’Italia tutta, con quella narrata da Dante nel canto V dell’inferno. Rocca che al suo interno custodisce una piccola galleria d’arte comunale che comprende una ventina di dipinti realizzati tra XV e XVII sec., tra i quali spicca la splendida Sacra Conversazione di Giovanni Santi (1484), padre di Raffaello. Da fare anche il giro di ronda delle mura castellane, che nelle giornate limpide può regalare orizzonti lontani ed emozionanti. Così come è caldamente consigliato esplorare il borgo alla ricerca di scorsi suggestivi e direttamente provenienti da un passato lontano. Verso Castelfranco Piandiscò, Toscana. 227 km.
 
2 -I due Comuni uniti
Castelfranco Piandiscò ha questa denominazione dal 1º gennaio 2014 dopo la fusione dei comuni di Castelfranco di Sopra e Pian di Scò. Il capoluogo si trova a Castelfranco di Sopra, e proprio da qui si parta, con il palazzo comunale, che sulla facciata porta gli stemmi dei podestà e nella sala consiliare conserva l’affresco della Madonna del latte (fine XIV secolo). Altra tappa la chiesa di San Filippo Neri, che si presenta con una facciata del 1761 ma in realtà il primo oratorio fu costruito nel 1631 e ampliato nel 1666. Sull’altare centrale, secentesco, vi è una pala di San Filippo del fiorentino Matteo Rosselli, ma ancor più interessante è, nella cappella laterale, la Vergine col Bambino della scuola di Andrea del Sarto. Di pian di Scò invece è da visitare la pieve di Santa Maria. Antichissima la sua storia, origine nel 1008, L’interno è a tre navate romaniche. Tra le decorazioni interne, un affresco della Madonna col Bambino in trono riferibile a Paolo Schiavo, tre pale seicentesche e una versione quattrocentesca della Madonna col Bambino riferibile alla bottega del Ghiberti. 300 km circa e si arriva a Bobbio
 
3 -Bobbio e la sua abbazia
Bobbio è nota in tutto il mondo per la sua abbazia, fondata da San Colombano e a lui intitolata. Essa fu per tutto il medioevo uno dei più importanti centri monastici d’Europa, facendone fra il VII ed il XII secolo una Montecassino dell’Italia settentrionale; infatti è resa famosa dallo scriptorium, il cui catalogo, nel 982, comprendeva oltre 700 codici e che dopo la dispersione in altre biblioteche conservò 25 dei 150 manoscritti più antichi della letteratura latina esistenti al mondo. Oltre alla splendida abbazia di San Colombano, da visitare anche il museo annesso. Simbolo della cittadina il Ponte Gobbo (o Ponte del Diavolo), un ponte in pietra di origine romana, che attraversa il fiume Trebbia. Zavattarello ora, 30 km circa.
 


4 -L’antichissimo Zavattarello
Antichissimo feudo dell’abbazia di San Colombano di Bobbio, dopo la formazione della Contea vescovile di Bobbio, Zavatterello diviene un feudo personale del Vescovo che vi costruisce il castello. Nel 1390 il vescovo di Bobbio cede a Jacopo Dal Verme il castello ed il feudo. E proprio il castello è il monumento principe di questo stupendo borgo lombardo. Il castello, edificato in pietra, ha una struttura compatta i cui muri hanno uno spessore massimo di quasi 4 m. Ospita anche all’ultimo piano il museo di arte contemporanea “Giuseppe e Titina Dal Verme”, istituito nel 2003. Ultima tappa: Cremona e 90 km.
 
5 -L’arrivo a Cremona
Città di cultura dei “saperi e saper fare liutario della tradizione cremonese”, iscritta il 5 dicembre 2012 nella lista rappresentativa del patrimonio dell’Unesco. Questa una delle “medaglie” di una città ricca di storia e fascino. La terra dei liutai, con Andrea Guarneri ed Antonio Stradivari ancora celeberrimi artigiani per una musica sopraffina. Il centro storico ha il suo vertice artistico nella medievale piazza del comune, spazio urbano suggestivo che può vantare anche alcuni monumenti medievali come il torrazzo, il palazzo del comune, la loggia dei militi, la cattedrale e il battistero. Dedicata a Santa Maria Assunta, la cattedrale viene edificata agli inizi del XII secolo e rappresenta, dal punto di vista artistico, uno dei principali e più insigni esempi di architettura religiosa del Nord Italia.
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