Il Festival d'arte drammatica di Pesaro
compie 70 anni: «Sempre moderno»

Il Festival d'arte drammatica di Pesaro compie 70 anni: «Sempre moderno»
di Elisabetta Marsigli
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Venerdì 29 Settembre 2017, 15:40
Settanta anni di attività ininterrotta per il Festival nazionale d’arte drammatica di Pesaro che si inaugura questa sera. 70 anni per un Festival di prestigio nel panorama nazionale del teatro amatoriale, tanto da diventare il più qualificato concorso di settore, a cui giungono proposte da tutta Italia. Il programma è molto ricco, tra spettacoli in concorso e fuori concorso, incontri e convegni.
 
Ne parliamo con il direttore artistico Cristian Della Chiara: tante le novità quest’anno?
«Sì, un lavoro che ci ha impegnato per mesi: la più evidente è la collocazione degli spettacoli in 3 week-end, a partire da stasera, in ognuno dei quali abbiamo cercato di coinvolgere generi diversi, quindi spettacoli divertenti affiancati da altri più impegnati e anche drammatici. Non abbiamo paura di dire che da teatro si può uscire anche con il magone, crediamo nel valore catartico del teatro!».
 
In cartellone alcune delle compagnie “storiche”?
«Siamo contenti che a partecipare a questa festa ci siano delle compagnie che hanno fatto la storia del festival: di alcune la prima presenza risale a 40 anni fa. Queste saranno insieme ad altre tre in debutto a Pesaro. Un altro dato rilevante è che le compagnie provengono davvero da tutta Italia, da Siracusa a Torino».
 
Autori classici e molti contemporanei?
«Sì, con molti autori italiani, vista l’attenzione che vogliamo dare alla drammaturgia nostrana. Da Stefano Massini con “Credo in un solo Dio”, con un tema molto attuale come il dialogo tra tre donne apparentemente diverse, una palestinese, una docente ebrea e una soldatessa americana, fino a “La governante”, un classico anni ’50 di Brancati che impiegò diversi anni prima di poter essere rappresentato in Italia poiché trattava di omosessualità al femminile»-
 
Un passo avanti nel teatro amatoriale, rispetto alle tradizionali rappresentazioni?
«Dal mio osservatorio, quello che posso dire è che non credo che si siano abbandonati i classici, ma di sicuro non c’è più un ancoramento solido solo a quelli: c’è ancora Pirandello come Goldoni, ma noto tanta disponibilità a fare cose diverse, c’è molto più coraggio. In questo caso poi, essere amatoriali è un privilegio, visto che non si è legati a risultati di botteghino: di sicuro ci sono testi meno rappresentati, scelte più azzardate, in un movimento più fluido che noi cerchiamo di intercettare».
 
Sempre forte il rapporto con le scuole?
«C’è ancora molta voglia di continuare ad usare lo strumento che mettiamo nelle loro mani: a partire dai laboratori, fino alla possibilità di vedere molti spettacoli che risultano interessanti sia perché all’interno dei programmi scolastici (i classici), ma anche per la valenza sul contemporaneo. Sicuramente siamo un tassello che concorre alla diffusione del teatro, dato che uno dei premi che assegniamo ai giovani che recensiscono gli spettacoli è l’abbonamento alla stagione di prosa».
 
Non solo teatro?
«Infatti siamo molto orgogliosi di essere riusciti a mettere insieme intorno ad un tavolo, delegati Fita e Uilt per un convegno nazionale sul teatro non professionistico italiano. Un vero evento».
 
“Il funerale di papà” al Teatro Rossini
La 70esima edizione del Festival Nazionale d’Arte Drammatica di Pesaro si apre questa sera alle 21 al Teatro Rossini con il divertente “Il funerale di papà” (nella foto) di Frank Oz, interpretato dalla Compagnia dell’anello di Forlì. Domani, sempre alle 21 al Rossini, di scena “La Governante” di Vitaliano Brancati, della Compagnia dell’Eclissi di Salerno. Un testo scabroso all’epoca, che ruota attorno a due riprovevoli comportamenti: la calunnia, di cui è vittima la governante francese e l’ipocrisia tipica del perbenismo borghese e politico imperante in Italia negli anni ‘50. Domenica, h21, “Credo in un solo dio” di Stefano Massini, interpretato dalla compagnia I cattivi di cuore di Imperia. Dialogo e confronto tra una ventenne palestinese, aderente ad un gruppo terroristico, una docente di storia ebraica, pacifista, antesignana del dialogo, una soldatessa americana impegnata in una missione anti-palestinese.
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