Ambra Angiolini e Matteo Cremon
alle Muse: «E' la coppia che va in tilt»

Ambra Angiolini e Matteo Cremon alle Muse: «E' la coppia che va in tilt»
di Lucilla Niccolini
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Venerdì 1 Dicembre 2017, 15:59
Anche una casa lussuosa, abitata da una coppia di classe, può diventare un inferno. Ce lo dimostra “La guerra dei Roses”, la commedia in scena alle Muse di Ancona fino a domenica. I due protagonisti, Ambra Angiolini e Matteo Cremon, si amano e si detestano, si blandiscono e si accapigliano: lei è alla ricerca dell’affermazione personale, lui è disorientato, tutto preso dal suo individualismo.
Ambra Angiolini è Barbara, la moglie feroce che non perde occasione per punire il partner: della fine del loro amore, o forse semplicemente di esistere. L’attrice ha recentemente conquistato i social commentato i casi di abusi sessuali nel mondo dello spettacolo: «Finché ci sono certi uomini bisogna essere assolutamente laureate in stronzologia».

Riesce a esserlo, Barbara?
«Credo che nella commedia sia proprio il meccanismo di coppia che va in tilt, al di là delle colpe reali di ciascuno dei due. Lei si altera perché si oppone alle imposizioni sociali, più che all’atteggiamento del marito. Credo che sia sempre andata così, e così andrà sempre, ogni volta che uno dei due cercherà di interrompere un flusso. Uno si adegua, e crede che rompere la relazione sia meglio. E c’è chi resiste, perché vorrebbe che tutto restasse come prima. Questa contrapposizione di atteggiamenti fa saltare il banco, scardina la routine della coppia. Si potrebbe riconvertire quel dolore in un valore più grande, invece si precipita all’inferno».

Il dramma
Ambra tende a universalizzare il dramma dell’amore che si trasforma in odio. Le chiedi se per caso la reazione di Barbara non sia una parabola di quel che può succedere quando è una donna a decidere la rottura con la violenza, ma lei si ribella. «No, questa storia ha radici più lontane. È la fine di un amore».

E Renga si complimentò
Al debutto della commedia diretta da Filippo Dini, il suo ex, Francesco Renga, l’ha raggiunta in camerino, al teatro Manzoni di Milano, per complimentarsi. Pare che Ambra l’abbia stuzzicato così: «Hai visto cosa hai rischiato? Per fortuna non è successo». A ricordarglielo, l’attrice sbuffa: «Sono i ridicoli gossip di chi non ha voglia di parlare di teatro. Detesto questo abuso di notizie inutili attorno a uno spettacolo che dev’essere giudicato in sé».
Era Kathleen Turner, l’attrice americana che nel film di Danny De Vito interpretava la parte di Barbara. Confronti?
«Nell’immaginario di ogni spettatore che ha visto quella pellicola, sicuramente le due facce si sovrappongono, è inevitabile. Ma io non mi sono messa in competizione con lei. Solo con me stessa».
Ma Ambra assomiglia a Barbara? «Certo, perché siamo donne: non potrei fare a meno di pescare nella mia esperienza. Ma per poterla interpretare bene, non è necessario essere simile a lei nel carattere. Lei è una donna in crisi con se stessa e con il marito, che decide di aprire le porte più segrete della sua personalità, spazi che neanche conosceva. Per questo la storia arriva a tutti, con la forza gigantesca dei sentimenti, di un odio che può portarci a fare cose impensabili».

La guerra
Gesti violenti, rappresaglie e poi tante parole forti. «Ma più forti di tutto sono i sentimenti, che generano le conseguenze ultime. Più che di una guerra tra coniugi, assistiamo a una lotta tra odio e amore. In evidenza è quello che i due sentono: genera, di volta in volta, risate liberatorie e sbalordimento. Si rimane interdetti di fronte agli estremi cui possono trascinarci i sentimenti, quando sono agitati da tali scompensi. Quello che loro sentono è insieme buffo o tragico».
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