Da Mondolfo verso nord fino a Pavia
alla riscoperta di borghi e bellezze

Da Mondolfo verso nord fino a Pavia alla riscoperta di borghi e bellezze
di Saverio Spadavecchia
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Venerdì 6 Aprile 2018, 13:11
Dalle Marche a Pavia attraversando l’Emilia Romagna. Un viaggio verso il Nord d’Italia, attraversando centri come Fiumalbo e Busseto, che si apre all’arte ed alla cultura.


 
1 Il via da Mondolfo
Uno dei borghi più bell’Italia, Mondolfo si affaccia sul mare Adriatico e lo osserva dal suo centro storico piccolo ed accogliente. Da visitare anche il museo civico: nel complesso monumentale di Sant’Agostino si raccolgono cimeli cittadini, come l’antica macchina oraria della torre civica e la giubba rossa di un garibaldino locale. È compreso nella visita il museo dedicato alla Memoria della Fisarmonica, con pezzi originali di una bottega artigiana del primo dopoguerra, quando le fisarmoniche prodotte a Mondolfo erano esportate in tutto il mondo. 80 km in direzione Verucchio, provincia di Rimini.
 
2 La culla dei Malatesta
Verucchio è anche conosciuta come “culla dei Malatesti” perché qui ebbe inizio, se non la famiglia, certo la potenza dei Malatesta, ad opera di Giovanni della Penna dei Billi (1150-90), detto appunto il Malatesta. Da vedere la rocca, Malatestiana appunto, conosciuta anche come “Rocca del Sasso” (data la sua posizione sullo sperone del monte che ospita l’abitato di Verucchio). Una struttura imponente e ben conservata, costruita intorno al secolo XII, tenuta per 300 anni dai Malatesta. Nel 1450 la Rocca subì un ulteriore ampliamento grazie a Sigismondo Malatesta. Di notevole interesse la visita alla Sala Grande, il maschio e le segrete. Anche se non è territorio italiano, vicinissima (10 km) c’è la Repubblica di San Marino antica terra di libertà dichiarata dal 2008 sito Unesco. E’ tutta da visitare, il monte Titano con i suoi palazzi dei Reggenti, le rocche e le viuzze medievali. Tappa lunga: 220 km per arrivare in provincia di Modena, a Fiumalbo.
 
3 Tappa a Fiumalbo
Il centro come cuore della città, che pulsa attorno la chiesa duecentesca di San Bartolomeo. La primitiva costruzione, risalente al 1220 era di ridotte proporzioni, poi modificata a fine 1500 quando venne cambiato l’asse di orientamento e trasformato il fianco sinistro in facciata dove si apre il portale. Altrettanto interessanti, il rustico oratorio di S. Rocco, alle porte del paese, l’oratorio dell’Immacolata e quello di S.Caterina, dove si trova il recente museo di arte sacra. Situato nella piazza principale del paese, questo museo ospita una mostra di oggetti di culto tra i quali figurano paramenti, statue votive, dipinti, altari e tabernacoli provenienti dalle confraternite storiche del paese, quella dell’Immacolata, detta ‘dei Bianchi’, e quella del Santissimo Sacramento, detta ‘dei Rossi’. L’esposizione di testimonianze liturgiche è arricchita da diverse opere artistiche, tra cui una copia della Croce di Fiumalbo del 1400.Da ricordare nei dintorni le suggestive capanne celtiche con la tipica struttura dei tetti “a scala” testimonianza del passaggio dei Celti in questi territori. 150 km per arrivare a Busseto, terra natale di Giuseppe Verdi in provincia di Parma.
 


4 Nella città di Pallavicino
A Busseto da vedere la Rocca Pallavicino, castello d’epoca medievale, quasi interamente ricostruito in stile neogotico intorno alla metà del XIX secolo. Al suo interno hanno sede il neoclassico teatro Giuseppe Verdi e il Comune di Busseto. Tappa d’obbligo quindi il museo dedicato al “Cigno di Busseto”. Subito fuori dalle antiche mura della città, ecco Villa Pallavicino. La bella costruzione rinascimentale oggi ospita il museo nazionale Giuseppe Verdi e ne celebra il genio. I suoi ampi saloni ripropongono ventisette opere con la riproduzione delle scenografie originali di Casa Ricordi e dei quadri dell’epoca, i tessuti pregiati dell’800, le musiche immortali. A fianco, presso le restaurate Scuderie, ha sede il museo Renata Tebaldi, ricco percorso antologico dedicato a colei che Arturo Toscanini definì “Voce d’angelo”. Ultima tappa: 90 km per arrivare a Pavia.
 
5 Arrivo a Pavia
Uno dei simboli di Pavia è il “Ponte vecchio” sul fiume Ticino che collega il centro storico e il resto della città con il pittoresco quartiere, originariamente fuori dalle mura periferiche della città, di Borgo Ticino. Sebbene il ponte attuale sia stato costruito nel 1949, esso ripropone le forme dell’antico Ponte Coperto, risalente al XIV secolo. Da vedere anche il centro storico, a misura d’uomo e totalmente pedonale. Notevolissima anche la basilica di San Michele Maggiore, prototipo della chiesa romanica medievale. Poco distante l’imponente duomo, intitolato a Santo Stefano e Santa Maria Assunta, gioiello rinascimentale dal lungo cantiere e dalla cupola, alta 92 metri dal pavimento interno, che diventano 97 metri se si considera che la costruzione risulta leggermente rialzata rispetto al piano stradale.
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