Capolavori di Tiziano a confronto
«Volano per Ancona e le Marche»

La Pala Gozzi che mostra la Madonna con il Bambino su una nuvola
La Pala Gozzi che mostra la Madonna con il Bambino su una nuvola
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Venerdì 23 Giugno 2017, 11:37 - Ultimo aggiornamento: 11:38
ROMA - Luminosa, materna, intensa la Pala Gozzi che mostra la Madonna con il Bambino su una nuvola, in un cielo acceso da toni dorati, sullo sfondo - lontano - di Venezia, tra cupole e campanili. Drammatica, dolorosa, straziante, invece, la Crocifissione, velata dalla “notte” calata sull’umanità e dunque sull’osservatore nel momento stesso della contemplazione dell’opera. È un dialogo “allo specchio”, in cui Tiziano Vecellio si confronta con se stesso, attraverso due capolavori eseguiti in momenti profondamente diversi - e distanti - della sua vita e per la prima volta esposti insieme, quello proposto nella mostra “Tiziano&Tiziano: due capolavori a confronto”, presentata ieri a Palazzo Madama, a Roma, e ospitata dal 30 giugno al 30 novembre, nella Pinacoteca comunale “Francesco Podesti” di Ancona.
Un’occasione unica, nata dalla necessità di tutelare la “Crocifissione”, abitualmente conservata presso la chiesa di San Domenico, che necessita di ulteriori verifiche di stabilità e lavori a seguito del sisma, e al contempo dalla volontà del Comune di valorizzare il patrimonio artistico come attrattiva e volano per il turismo. Una combinazione resa possibile dalla collaborazione della Regione Marche e dal sostegno di Msc Crociere. «Questa esposizione - commenta il sindaco Valeria Mancinelli - rappresenta un’occasione di sviluppo per la nostra città. Ancona non è solo una porta di ingresso alle Marche ma anche un’importante vetrina delle Marche sul mondo. Questa iniziativa, peraltro, non cade nel deserto, ma nasce nell’ambito di un clima e di una strategia di valorizzazione ben precisi. È dall’intreccio tra arte, cultura e turismo che è nata questa opportunità».
Alla mostra e, in generale, a vita e vitalità di città e territorio, arte e turismo, guarda con soddisfazione pure Luca Ceriscioli, presidente Regione Marche: «Siamo convinti che potrà essere uno dei segmenti attraverso cui far ripartire la regione». Intanto, il primo traguardo è la mostra stessa, con i suoi due - e non solo - tesori. Le opere, infatti, saranno esposte nella sala della Pinacoteca dedicata alla pittura veneta, che vanta opere di Lorenzo Lotto, Sebastiano del Piombo e Girolamo Dente, uno dei più stretti collaboratori di Tiziano. E l’allestimento dello spazio è stato ripensato con un apparato didattico ad hoc, anche con video, per rendere più facilmente comprensibile e coinvolgente la lettura delle opere, nonché per riflettere sulla funzione del museo, non solo “scrigno” di capolavori, con il compito di conservarli, ma pure strumento culturale di comunicazione ed educazione al Bello.
«L’arrivo dell’imponente pala della Crocifissione nella Pinacoteca si sarebbe potuto tradurre in una semplice operazione di accoglienza - dice il curatore dell’esposizione Stefano Zucchi - invece, con questa mostra, si è cercato di dare vita a un’operazione straordinaria, ripensando il ruolo del museo, passando dalla mera tutela alla valorizzazione, superando quindi la visione del museo come cassaforte per guardare al museo come luogo dove si ospitano visitatori. Quella messa in atto è una vera rivoluzione». E un’opportunità rara anche per gli studiosi. La Pala Gozzi, già conservata nella Pinacoteca, è, infatti, il primo lavoro firmato e datato da Tiziano. La Crocifissione, invece, è uno dei primi della sua lunga vecchiaia. «Tiziano, nei suoi circa novant’anni di vita, ha sempre dipinto e con grande energia - spiega Zuffi - è un artista travolgente, che coinvolge con la sua grinta e il suo uso, vissuto e pieno, del colore. Le due opere però sono profondamente diverse l’una dall’altra, anche per tecnica, una è su tavola, l’altra su tela. Dipingendo la Pala Gozzi, Tiziano si è divertito a lasciare disegni sul retro della tavola. La sua è stata un’opera consapevolmente e volutamente importante, realizzata appositamente ad Ancona e non altrove. È nelle Marche che il concetto di pala d’altare architettonica ha raggiunto il suo massimo. Ed è qui, dunque, che Tiziano, ha proposto qualcosa di diverso, rinunciando alla prospettiva architettonica e ponendosi così in relazione e dialogo con Piero della Francesca, Raffaello, Giovanni Bellini». Il secondo lavoro, la Crocifissione, è stato dipinto circa quarant’anni dopo. In mostra, quindi, il Tiziano giovane guarda idealmente al Tiziano maturo e viceversa. «Nella prima opera lo vediamo trentenne rampante - conclude il curatore - nella seconda lo troviamo alle soglie della sua formidabile, lunghissima e leonina vecchiaia, che inizia proprio con questa Crocifissione. È qui che lascia il segno drammatico di una religiosità e di un’umanità intense».
Valeria Arnaldi
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