Smerillo, le voci della montagna
nel borgo tra laghetti e cascate

Smerillo, le voci della montagna nel borgo tra laghetti e cascate
di Domenico Ciarrocchi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Marzo 2018, 13:38 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 11:03
Quali sono le parole della montagna. O meglio: qual è la parola della montagna di quest’anno? Sarà radice. Radice per capire se siamo radicati o sradicati. Se il radicalismo ha un’accezione positiva o negativa. Se le nostre radici sono un fattore culturale o nascono dalla nostra anima. Insomma: idee in fermento intorno a una parola. Sarà quella dell’edizione 2018 del festival “Le parole della montagna”, iniziativa di eccellenza nel panorama degli appuntamenti culturali estivi nelle Marche. Un viaggio in senso lato verso l’alto, la montagna, che anno dopo anno sta facendo sempre più proseliti. A organizzarlo è Simonetta Paradisi, direttore artistico del festival e presidente dell’associazione Smeriglio. Smeriglio-Smerillo: perché è qui, in questo borgo arroccato del Fermano già proteso verso la provincia di Ascoli che si tiene il festival. L’anno scorso ci furono, fra gli altri, l’attore Neri Marcorè e l’ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini: si parte da un tema e si vola alto. In alto come queste rupi che si affacciano verso i fiumi. Un borgo con un panorama mozzafiato: si va dai vicini monti Sibillini al mare. Fino al Conero. Provare per credere: basta affacciarsi dal terrazzo sul parco dopo la Porta della Fessa.



Il verde
Ma qui si viene pure per il verde. Percorsi immersi nella natura, tour nei boschi. E per mangiare. La terza domenica di ottobre, ad esempio, si celebrano le castagne, con una delle sagre più importanti di tutte le Marche meridionali. Le vie del paesino si riempiono con centinaia di visitatori. Siamo a 800 metri sul livello del mare, d’estate non si soffre il caldo delle vallate e d’inverno ci si affaccia sulla neve dei Monti Azzurri. A Smerillo hanno anche sede il Cea Bosco di Smerillo, che propone attività di vario genere e che si trova al Museo delle scienze naturali, abbinato a quello di arte contemporanea e dell’arte dei bambini. La storia è lunga, parte dal IX secolo, e fra i vicoli del centro si va dalla chiesa romanica di Santa Caterina (XIII secolo), ai resti delle mura castellane e della rocca medievale dell’antico Castrum Smerilli, la chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, il mulino ad acqua del 1700 sul fiume Tenna a Val di Tenna. Da Durano, invece, si va al Fosso delle anguille, una successione di laghetti e piccole cascate. A San Martino al Faggio c’è la chiesa di San Vincenzo Ferreri e si può passeggiare nella rara faggeta tra il corso d’acqua Rebuscano e le sorgenti d’acqua solfurea. Ma anche a Smerillo, come in tutto l’Alto Fermano a ridosso dei Sibillini, il terremoto ha lasciato le sue ferite.

Il sisma
Eppure qui, come nell’Ascolano e nel Maceratese, si stanno organizzando. E bene. Bisogna andare oltre il terremoto, sostenere un’area incantevole che non può che ripartire da un turismo rispettoso dell’ambiente e capace di valorizzare i prodotti locali. Nello scorso weekend, ad esempio, anche di questo si è parlato in due appuntamenti organizzati a poca distanza fra loro, il convegno ad Amandola curato da Symbola, Comune di Amandola e Commissione terremoto dell’Anci, dal titolo “Uscire dall’emergenza, avviare la ricostruzione”, e quello a Sarnano sul turismo in bici. La montagna ha tante parole ma una sola voce: quella che reclama una rinascita vera, una sinergia fra pubblico e privato per sostenere una delle aree più suggestive di tutta Italia. Bisogna darsi da fare.
 

 
Percorso naturalistico nell’area della Fessa
A Smerillo c’è il percorso naturalistico che conduce all’area fossilifera della Fessa, una frattura rocciosa costituitasi dal distacco di una porzione di roccia dalla parete. Si è venuta a creare una spaccatura lunga circa 30 metri, dove si possono osservare la successione stratigrafica di arenarie e conglomerati sabbiosi e numerosi fossili di Ostrea edulis. Attraversarla è un po’ come trovarsi nel centro della terra.


 
In bici da Amandola in mezzo al verde
Fra i percorsi cicloturistici della zona quello, per i più allenati, da Amandola. Si scende verso il mare e dopo pochi chilometri si incontrano le indicazioni per Smerillo. Dopo la visita si riparte e ci si dirige verso una nuova vallata, con vista sul Monte Ascensione. Quindi la sosta a Santa Vittoria in Mantenano, già importante centro farfense, da dove riprendere il giro su due ruote e rientrare ad Amandola.
© RIPRODUZIONE RISERVATA