A Matelica per riscoprire le antiche
radici del Verdicchio fino ai Piceni

A Matelica per riscoprire le antiche radici del Verdicchio fino ai Piceni
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 4 Aprile 2018, 13:13
Già i Piceni coltivavano la vite su queste colline. Lo testimoniano i vinaccioli rinvenuti nelle tombe risalenti almeno all’VIII secolo a.C. Il vino che allietava i banchetti dei principi-guerrieri non si chiamava certo Verdicchio, ma sarà stato anche allora un gran bel bere, tramandato fino alla doc che Matelica s’è guadagnata. E poiché ogni prodotto tipico è meglio gustarlo nel luogo d’origine, cogliamo il pretesto per una gita nella città di Mattei, princeps dell’Ente Nazionale Idrocarburi. Non vi era nato, ma qui si è formato, apprendendo i fondamenti della chimica. Tutto parla di lui a Matelica, fin dentro il cuore, la bella piazza quadrata che ha il suo nome. E l’Enrico nazionale di questa terra ha fatto suo buen retiro.



I segnali della storia
Dalla profonda antichità, i segnali di tanta storia: archeologia picena e antichità romana, squadernate a palazzo Finaguerra, accanto al convento di san Francesco, e in vari siti del centro, dove tanti edifici rivelano, nei sotterranei, mosaici e muri di domus e terme. Il tempo si fa caleidoscopio di epoche, intrecciate attorno al Globo di marmo bianco scintillante di Afrodisias, il più antico orologio solare, qui conservato, e alla fontana ottagonale, bianca anch’essa, del Cinquecento, perno del centro storico. E Matelica val bene un viaggio, a ritrovare le radici di tanta visibilità nello scenario nazionale di civiltà ed economia che di qui hanno preso le mosse. Le pietre parlano, ma anche i dipinti nelle chiese e nel Museo Piersanti, dal Trecento alle esperienze più recenti. Il tempo non si ferma, e a documentare l’arte dei più giovani, non ancora affermati pittori, sta Braccano, una frazione immersa nella valle più amena, alle pendici del San Vicino. Qui non c’è casetta, villino, stalla o chiosco che non sia decorato dai murales degli studenti di varie accademie, con i colori della gioventù che qui non fugge e le icone della vita agreste.

 
 
È il Teatro Piermarini sembra la Scala di Milano
Il Teatro comunale è opera in scala della... Scala di Milano. Di entrambi è autore l’architetto folignate Giuseppe Piermarini. Il teatro di Matelica porta il suo nome, per il vanto di assomigliare, nelle forme e nell’acustica, al Massimo milanese. Inaugurato nel 1812, presenta uno dei loggioni più ampi tra i teatri delle Marche. Più volte rimaneggiato, è stato riaperto al pubblico nel 1995, dopo l’ultimo restauro, che ha portato alla luce resti della città romana sottostante. Visitabile d’estate, sabato e domenica (10-13) e su richiesta.
Info www.comune.matelica.mc.it
 
Braccano dei murales
Poco fuori Matelica, dalla Sp 256 s’imbocca via Rondinella che poi diventa via Pianne e Vocabolo Braccano, una strada alberata che sale appena, dai 354 slm ai 450 di Braccano, costeggiando vigneti. Il paesello, 150 abitanti appena, ci accoglie col sorriso dei suoi muri: volti, animali e mille fiori.
 
Mangiare nel regno dei sapori forti e garbati
Vino e miele, ma non solo. Famosa nel mondo per questi due prodotti, Matelica è riferimento gastronomico di sapori forti e garbati. Vi si può trovare il formaggio di pecora vissana e sopravvissana, da guarnire col miele di castagno o di melata di quercia. Qualche fetta di ciauscolo da spalmare sul pane farà coppia con i crostini coperti di fegatini di pollo o di coratella d’agnello, prima di un piatto tradizionale di vincisgrassi o di tagliatelle della battitura, seguito dal coniglio profumato di finocchietto. Su tutto, Verdicchio di Matelica.
 
Il percorso naturalistico che fu rifugio dei partigiani
Uno dei percorsi naturalistici più affascinanti parte da Braccano, verso le forre che portano il nome di Gola di Jana e Bocca de Pecu. Molti sono i sentieri su per questi dossi preappeninici che furono rifugio dei partigiani. Poiane, aquile e falchi pellegrini sorveglieranno il nostro andare, allietato da un meraviglioso microclima, verso la Riserva del Monte San Vicino e del Canfaito, fino all’Abbazia de Roti e poi alla Fonte dell’Acqua dell’Olmo. Si torna a Braccano passando attraverso la Bocca di Pecu.
Info www.themarcheexperience.com
 
Come arrivare
Dall’autostrada A14, all’uscita Ancona Nord si prende la SS 76 fino alla SP 256. Si supera Albacina, in direzione Matelica. Da sud, si lascia l’A14 a Macerata/Civitanova, si prende la SS 77 fino all’uscita Tolentino/Macerata, direzione Camerino.
Info www.comune.matelica.mc.it
 
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