Tutti a Lubecca, tra premi Nobel
e lo spirito della borghesia mercantile

Tutti a Lubecca, tra premi Nobel e lo spirito della borghesia mercantile
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 9 Maggio 2018, 12:59 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 19:49
Non serve rileggere “I Buddenbrook”, per visitare Lubecca. È la città natale di Thomas Mann, che vi ambientò il suo primo, colossale romanzo, che sarebbe bene portarsi dietro nei percorsi cittadini, per trarne qua e là spunti e colorare suggestioni. Lubecca non ha sbocco diretto sul mare, che dista chilometri, ma è... un’isola. L’Altstadt, infatti, la città vecchia, è una grande isola fluviale circondata dal fiume Trave. Devastata da un bombardamento degli inglesi nel 1943, è stata pazientemente ricostruita come l’originale dopo la guerra, come tante altre città tedesche. Sono stati salvaguardati gli stili e i materiali, che ricreano l’operosa atmosfera mercantile, tipicamente anseatica, di cui i Magazzini del Sale sono emblema.



La sua dignità silenziosa
L’austera grandiosità della Holstentor, la porta a ovest, dalle massicce torri sbilenche, mette subito in guardia il visitatore: Lubecca non è città da turisti giocosi, in quanto conserva una dignità silenziosa e severa, nonostante le cento birrerie dove si tira tardi ascoltando bella musica e tracannando boccali. Vi si ritrova intatto lo spirito della antica borghesia mercantile, di cui è stato cantore partecipe Thomas Mann, che scrisse “I Buddenbrook” in Italia, a 22 anni. Il romanzo, per cui nel ‘29 ebbe il premio Nobel, è la sua resa dei conti con una famiglia grande e antica, incapace di fronteggiare i cambiamenti del tempo. Ora, il cuore della visita a Lubecca è proprio la Buddenbrook Haus, la casa settecentesca dalla bella facciata rococò su Mengstrasse, acquistata dal nonno di Thomas, Johan Segmund, nel 1842. Sui cinque piani si sviluppa tutta la vicenda umana e letteraria dello scrittore, che per il romanzo trasse ispirazione da persone, ambienti e aneddoti della propria famiglia. Ogni angolo dell’edificio – dalla sala “dei paesaggi” a quella da pranzo, illuminata dai tre finestroni dalle tende rosse - rivela il pragmatismo protestante e il lusso compassato della borghesia nordica.
 
Con Günter Grass e Willy Brandt
Altre due case-museo di premi Nobel, a Lubecca: la Günter Grass Haus, in Glockengießerstraße 21: già sede della segreteria dello scrittore, oggi è un centro per l’arte e la letteratura. Non lontano, si trova la Willy Brandt Haus.
Info museen@luebeck.de
 
A Marienkirche un diavoletto ebbro
Non lontano dal duomo, la Marienkirche è esempio suggestivo del gotico-baltico, col suo frontone triangolare stretto tra due altissime torri acuminate. Patrimonio dell’Unesco, ospita sotto le volte vertiginose alcuni capolavori come la statua lignea di Giovanni Battista, opera di Henning von der Heide. All’esterno, sulla fiancata destra, si appoggia la Briefkapelle, sede degli scrivani pubblici. E lì è facile trovare la statua bronzea del diavoletto ubriaco che, secondo la leggenda, avrebbe collaborato alla costruzione della chiesa, credendo fosse un’osteria.
 
Il Municipio magico e birra con i marinai
La piazza del Municipio è scenario di fiaba. Sulla Breite Strasse, asse portante della città, il Municipio, che colpisce con le torricelle, la loggia rinascimentale e l’ala più antica, in mattoni neri, impastati con cenere e sangue di bue. Sulla piazza convergono la Haus der Kaufmannschaft (ovvero la Camera di Commercio) e la Haus der Schiffergesellschaft, entrambe della fine del ‘500, L’antico circolo dei marittimi, di cui Bismarck era frequentatore abituale, ora è un ristorante tipico, dai lunghi tavoli in legno circondati di modelli di antichi velieri.
 


Tutta la dolcezza del marzapane
Thomas Mann li chiamava “dolci da harem”: sono i dolci di marzapane, di cui si trova una scelta infinita e coloratissima nel caffè più chic di Lubecca, il Café Niederegger, sulla Breite Strasse. Evoca una tradizione dolciaria, che risale al 1407.
 
Pellegrinaggio letterario a Travemünde
Non si può visitare Lubecca senza fare un salto - mezz’ora di treno - a Travemünde: è ancora pellegrinaggio letterario, dove Mann ambienta una parte del suo romanzo. Le sedie di vimini a baldacchino ricordano quelle in cui si adagiava Tony, a ripararsi dal vento. Decisamente teso in ogni stagione, fa la gioia dei tanti velisti alle prese con le raffiche che battono il Baltico davanti alla spiaggia. Il faro, il più antico della regione, porta la data del 1539, visitabile come la Nave-museo Passat. E per coronare la mattinata un pranzo di pesce nordico in uno dei tanti locali.
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